Parlando con una giovane amica sulle mete del cuore, quelle in cima alla propria lista dei desideri, in mezzo al mio caos di posti ai quattro angoli del globo, che sono tutti al primo posto a pari merito, è emersa la sua serena risposta: "la Foresta Nera. Voglio visitare la Foresta Nera!". Occhi sgranati della sottoscritta, che da una ragazza poco più che ventenne si sarebbe aspettata qualche città cosmopolita o qualche isola talmente lontana da non trovarla neanche sul mappamondo. E invece no. Lei, giovane con il mondo tra le mani, ha scelto di mettere la natura e l'assolutamente verde al primo posto. Confessando la mia lacunosissima conoscenza del posto, sono andata subito a documentarmi e, devo dire che, sebbene io sia un'amante del mare sempre e comunque fedele, la Foresta Nera è un luogo incantevole. Perciò, oggi occhi puntati su ... la Foresta Nera.
"Mmmm, no. Ma so dove si trova!", replico sinceramente io.
"Ecco, allora prima guarda due foto e poi ne riparliamo, magari mi accompagni anche!", non perde un colpo, la ragazza ...
Così navigo un po' e trovo foto e spiegazioni, posti da vedere, cascate, colline verdissime ... wow!!!
La Foresta Nera si trova nel sud-ovest della Germania, ed è tutta compresa in due parchi naturali, gode di un clima buonissimo ed è detta "nera" per la foresta di abeti che cresce fitta fitta ad alte quote. Comunque di nero questo posto ha solo il nome, per il resto è coloratissimo!
Il punto di partenza ideale per esplorarla è la città di Friburgo, una città non molto grande ma ricca di bellissimi posti, come il suo centro storico, la "Casa della Balena" nella quale alloggiò anche Erasmo da Rotterdam, l'antico quartiere degli artigiani, il Duomo, uno dei più bei Duomi gotici d'Europa, e un coloratissimo mercato.
Da qui si parte per un'incursione a 360° nella natura. Tra le meraviglie da non perdere:
Triberg, con le cascate più alte della Germania e l'orologio a cucù più grande del mondo, Schluchsee e Titisee, due laghi, le "perle" della Foresta Nera, le miniere d'argento, la Strada delle Alture, Schwarzwald Hochstraße, che da Baden Baden a Freudenstadt tocca alcuni dei punti più belli della Foresta Nera.
Se poi, dopo aver fatto una bella incursione nel verde, aver mangiato la tipica torta di ciliege "Schwarzwälder Kirschtorte" magari accompagnata da un po' di grappa o un buon bicchiere di vino, vi venisse voglia di divertirvi e tornare bambini ... ebbene sì, lo potete fare. A Rusk, infatti, c'è il parco divertimenti più grande della Germania, l'Europa Park, con attrazioni che piaceranno ad adulti e bimbi.
La Foresta nera offre una vacanza completa, natura, belle città, cultura, buon mangiare e buon bere e anche divertimento!
Che la mia giovane amica avesse dunque ragione?
Qui un po' di info:
http://www.viaggio-in-germania.de/foresta-nera.html
http://www.europapark.de/lang-de/Startseite/c1174.html
Per chi proprio non riesce a stare fermo, per chi ha bisogno di lasciarsi ispirare, per chi è curioso di sapere e di scoprire, per chi è in cerca di qualche occasione...per chi, come me, ama viaggiare!
Tra vent'anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite. (Mark Twain)
I suggerimenti del mese
giovedì 31 gennaio 2013
Foresta Nera
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mercoledì 30 gennaio 2013
Mollare tutto ... o no?
Questa mattina mi sono imbattuta in una notizia che mi ha fatto riflettere. Non è una news, poichè il fatto risale al luglio scorso ma il valore, per me che non l'avevo ancora sentita, è uguale.
"Famiglia spagnola vende tutto quello che possiede per comprare un camper e fare il giro del mondo".
Scelta ardita, decisamente, e da qualcuno molto criticata. Ma, sinceramente, chi non ha pensato almeno qualche volta al classico "mollo tutto" per scegliere di ricostruire la propria vita più o meno lontano?
Io personalmente lo penso ogni volta che torno dall'Africa e non riesco ad adattarmi più alla realtà "di qui". Quella "di là" è troppo radicata, colori-odori-sapori-sorrisi-suoni-libertà sono cose a cui ci si abitua prestissimo, ma che poi quando si torna a casa uno deve per forza sistemare nel cassetto delle vacanze insieme alle foto, i passaporti e tutto quello che ci servirà la prossima volta. E non è una sistemazione agevole, però. I colori-odori-sapori-sorrisi-suoni-libertà non ne vogliono sapere di rimanere nel cassetto e trovano spiragli per uscire continuamente, i ricordi sono la loro porta preferita ... e a volte anche quella più dolorosa. Perciò è soprattutto in quei momenti lì che uno pensa di partire su due piedi, quasi fosse possibile spostarsi alla maniera del genio Jeannie, a cui bastava sbattere le palpebre e via, il gioco era fatto.
Questa famiglia spagnola invece no. Marito, moglie e due bimbi piccoli, un camper e una vita tutta da inventare e da vivere in giro per il mondo, toccando con mano la realtà e non solo studiandola, imparando che cosa ci distingua e che cosa ci unisca conoscendo le persone, incontrando gli altri. Sembra una favola, e invece non lo è. A volte forse non serve essere fisicamente lontani per esserlo davvero, nel bene e nel male, le anime affini si toccano nonostante le distanze, e quelle che non lo sono si evitano nonostante la vicinanza. Ammiro molto questi intraprendenti Fernando e Fleur, nei loro occhi c'è quel guizzo di felicità, anzi Felicità, che solo chi rischia un pochino può permettersi di avere.
Pur avendolo pensato tantissime volte, non so se avrei la loro intraprendenza. Mi piace pensare di tornare e raccontare, anche per far vivere il viaggio a chi non era con me. E il viaggio si racconta principalmente con gli sguardi. Sono gli occhi che, prima ancora delle parole, rivelano quello che è stato il nostro viaggio. E questo non si può fare a distanza. Sì, lo so, ora abbiamo tanti mezzi tecnologici a disposizione che ci fanno sentire vicini vicini anche quando siamo ai capi estremi del mondo ... ma, non so, è bello raccontare senza interferenze, senza ritardi nel suono o dovendo sincronizzare gli orologi. Allora forse più di mollare tutto radicalmente, non è meglio sapere di poter cambiare vita qui, dove si è, andando dove si vuole, quando si vuole, per quanto tempo si vuole? Decisamente sì, secondo me! Partire e ritornare per poter ripartire!
"Famiglia spagnola vende tutto quello che possiede per comprare un camper e fare il giro del mondo".
Scelta ardita, decisamente, e da qualcuno molto criticata. Ma, sinceramente, chi non ha pensato almeno qualche volta al classico "mollo tutto" per scegliere di ricostruire la propria vita più o meno lontano?
Io personalmente lo penso ogni volta che torno dall'Africa e non riesco ad adattarmi più alla realtà "di qui". Quella "di là" è troppo radicata, colori-odori-sapori-sorrisi-suoni-libertà sono cose a cui ci si abitua prestissimo, ma che poi quando si torna a casa uno deve per forza sistemare nel cassetto delle vacanze insieme alle foto, i passaporti e tutto quello che ci servirà la prossima volta. E non è una sistemazione agevole, però. I colori-odori-sapori-sorrisi-suoni-libertà non ne vogliono sapere di rimanere nel cassetto e trovano spiragli per uscire continuamente, i ricordi sono la loro porta preferita ... e a volte anche quella più dolorosa. Perciò è soprattutto in quei momenti lì che uno pensa di partire su due piedi, quasi fosse possibile spostarsi alla maniera del genio Jeannie, a cui bastava sbattere le palpebre e via, il gioco era fatto.
Una bella valigia capace di contenere il necessario e un pochino di superfluo, una bella dose di coraggio, e saremmo pronti a ricominciare tutto da un'altra parte.
Saremmo, perchè nella realtà poi avere la certezza di non poter condividere più certi particolari della tua vita con alcune persone è faticoso, sapere di interrompere il cammino a fianco di coloro ai quali vogliamo bene lo è altrettanto ... e qui i più smettono di fantasticare e ritornano alla quotidianità. Questa famiglia spagnola invece no. Marito, moglie e due bimbi piccoli, un camper e una vita tutta da inventare e da vivere in giro per il mondo, toccando con mano la realtà e non solo studiandola, imparando che cosa ci distingua e che cosa ci unisca conoscendo le persone, incontrando gli altri. Sembra una favola, e invece non lo è. A volte forse non serve essere fisicamente lontani per esserlo davvero, nel bene e nel male, le anime affini si toccano nonostante le distanze, e quelle che non lo sono si evitano nonostante la vicinanza. Ammiro molto questi intraprendenti Fernando e Fleur, nei loro occhi c'è quel guizzo di felicità, anzi Felicità, che solo chi rischia un pochino può permettersi di avere.
Pur avendolo pensato tantissime volte, non so se avrei la loro intraprendenza. Mi piace pensare di tornare e raccontare, anche per far vivere il viaggio a chi non era con me. E il viaggio si racconta principalmente con gli sguardi. Sono gli occhi che, prima ancora delle parole, rivelano quello che è stato il nostro viaggio. E questo non si può fare a distanza. Sì, lo so, ora abbiamo tanti mezzi tecnologici a disposizione che ci fanno sentire vicini vicini anche quando siamo ai capi estremi del mondo ... ma, non so, è bello raccontare senza interferenze, senza ritardi nel suono o dovendo sincronizzare gli orologi. Allora forse più di mollare tutto radicalmente, non è meglio sapere di poter cambiare vita qui, dove si è, andando dove si vuole, quando si vuole, per quanto tempo si vuole? Decisamente sì, secondo me! Partire e ritornare per poter ripartire!
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martedì 29 gennaio 2013
Un regalo chiamato Londra
"Cosa vorresti come regalo di compleanno?"
"Niente, davvero"
"Va beh, ma ci sarà qualcosa che vuoi, dai, che non ti compri ma che vorresti ricevere, una cosa sola ..."
"No, veramente, non mi viene in mente niente, non saprei ..."
"Va bene, allora faccio io! Va bene Londra???"
Ecco, in neanche troppa sintesi, come è nata l'idea di andare a Londra. Come sempre preferiamo viaggiare anzichè comprare un regalo di compleanno "classico". La meta mi frullava in testa da tantissimo, avevo anche già comprato diverse guide e provato a tirare giù un itinerario, ma poi era un viaggio sempre rimasto in giacenza nella nostra "wishlist". Doveva arrivare adesso. In occasione del compleanno del maritino. Le date in realtà, per questioni lavorative, saranno un po' anticipate rispetto al giorno del compleanno.
Così, ho sfruttato la forzata quarantena e ho messo su un bel viaggetto. Coordinato voli e hotel, in giorni in cui coordinare anche le dita delle mani era affare difficoltoso, e spulciato sulle guide alla ricerca di tutti i punti interessanti da vedere. Ovviamente non li vedremo tutti. Neanche ci tornassimo 10 volte, forse riusciremmo a guardare tutta questa immensa e variegatissima metropoli.
Ma siccome Londra è anche parchi ... Kensington Gardens, a caccia della statua di Peter Pan, e Hyde Park, che sono uniti. E un tuffo nella City col Tower Bridge e la Torre di Londra poi, dopo uno spostamento, House of Parliament, Big Ben e London Eye. Finiremo la giornata, e le forze, con una visita più calma, forse, a Piccadilly e Regent Street. L'ultima mezza giornata londinese la dedichiamo a Sua Maestà ... Buckingham Palace e The Mall, dopo aver fatto una piccola sosta in Baker Street, nella casa di Sherlock Holmes. Questo è tutto il nostro itinerario.
Mancano davvero tanti bellissimi posti: Covent Garden, Portobello Road, Notting Hill, Camden Town e tanti tanti altri. Ottime scuse per tornarci prestissimo!
Riusciranno i nostri eroi a portare a casa le gambe tutte intere? Al fatto di tralasciare qualche tappa che mi sono prefissata non ho neanche pensato, ovviamente!
"Niente, davvero"
"Va beh, ma ci sarà qualcosa che vuoi, dai, che non ti compri ma che vorresti ricevere, una cosa sola ..."
"No, veramente, non mi viene in mente niente, non saprei ..."
"Va bene, allora faccio io! Va bene Londra???"
Ecco, in neanche troppa sintesi, come è nata l'idea di andare a Londra. Come sempre preferiamo viaggiare anzichè comprare un regalo di compleanno "classico". La meta mi frullava in testa da tantissimo, avevo anche già comprato diverse guide e provato a tirare giù un itinerario, ma poi era un viaggio sempre rimasto in giacenza nella nostra "wishlist". Doveva arrivare adesso. In occasione del compleanno del maritino. Le date in realtà, per questioni lavorative, saranno un po' anticipate rispetto al giorno del compleanno.
Così, ho sfruttato la forzata quarantena e ho messo su un bel viaggetto. Coordinato voli e hotel, in giorni in cui coordinare anche le dita delle mani era affare difficoltoso, e spulciato sulle guide alla ricerca di tutti i punti interessanti da vedere. Ovviamente non li vedremo tutti. Neanche ci tornassimo 10 volte, forse riusciremmo a guardare tutta questa immensa e variegatissima metropoli.
Essendo molto appassionati di archeologia, arte e natura ho subito puntato sui musei, un punto fermo intorno a cui far ruotare il resto. British Museum, National Gallery e Natural History Museum sono i prescelti. Una volta sistemati quelli, ho cercato di farcire le nostre giornate con più punti di interesse possibile ... a mio marito sono venuti i capelli dritti ... ma io ho tanta fiducia nelle nostre capacità podistiche! Con la Travel Card alla mano toccheremo Trafalgar Square ( e questa è facile perchè è la piazza su cui si affaccia la National Gallery), Leichester Square con tanto di foto ricordo con la statua di Charlie Chaplin, assolutamente da fare perchè serve a mia sorella per una tesina, China Town, Carnaby Street, Soho e uno sguardo a Piccadilly Circus, veloce incursione per ragioni di spostamento. Questo il primo giorno. Dopo uno/due musei.
Mancano davvero tanti bellissimi posti: Covent Garden, Portobello Road, Notting Hill, Camden Town e tanti tanti altri. Ottime scuse per tornarci prestissimo!
Riusciranno i nostri eroi a portare a casa le gambe tutte intere? Al fatto di tralasciare qualche tappa che mi sono prefissata non ho neanche pensato, ovviamente!
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lunedì 28 gennaio 2013
Sono tornata ...
E tossendo disse ... "Sono tornata!" ... non è l'incipit di qualche film horror ma sono io!!! Che sono tornata, o quasi, da una bella (e carogna!) influenza. Ho perso qualche battaglia, e la tosse mi infastidisce non poco, ma almeno ho ripreso totalmente possesso del mio pc, e del mio amatissimo blog. Che nel frattempo si è fatto conoscere in posti nuovi, grazie!
Anche se col raffreddore, la febbre, la tosse e chi più ne ha più ne metta, sono riuscita nell'intento, più titanico del previsto effettivamente, di prenotare un bel city break a Londra. Dal mio divano di dolore, circondata da montagne di fazzoletti, ho programmato questi bei, speriamo, quattro giorni con il maritino nella capitale britannica che non abbiamo mai visitato. Mai come ora ho sentito il bisogno di andarci. Mi sembra sia di grande ispirazione ... tutti i racconti però verranno fatti a tempo debito! Oggi sono ancora convalescente, ma riuscendo a stare ben seduta senza dolori, e riuscendo a non starnutire per dieci minuti consecutivi, almeno un salutino lo volevo proprio fare. Quindi a domani con la genealogia della nostra Londra!
Anche se col raffreddore, la febbre, la tosse e chi più ne ha più ne metta, sono riuscita nell'intento, più titanico del previsto effettivamente, di prenotare un bel city break a Londra. Dal mio divano di dolore, circondata da montagne di fazzoletti, ho programmato questi bei, speriamo, quattro giorni con il maritino nella capitale britannica che non abbiamo mai visitato. Mai come ora ho sentito il bisogno di andarci. Mi sembra sia di grande ispirazione ... tutti i racconti però verranno fatti a tempo debito! Oggi sono ancora convalescente, ma riuscendo a stare ben seduta senza dolori, e riuscendo a non starnutire per dieci minuti consecutivi, almeno un salutino lo volevo proprio fare. Quindi a domani con la genealogia della nostra Londra!
giovedì 24 gennaio 2013
Circo, Principi ... Monaco
Non so se vi sia mai capitato di andare a Monaco, Montecarlo e magari fermarvi anche di sera ... beh è stupendo! Sono andata al Gala del Circo di Montecarlo l'altra sera e devo dire che è stato davvero stupefacente! A parte la bravura degli acrobati, soprattutto il duo finale che mi ha fatto chiudere gli occhi un momento per la paura che cadesse da un'altezza vertiginosa, a parte che sono sensibile al fattore principesco, a parte che il circo è un ambiente particolarissimo (non entro in merito a questioni "animalesche", non è il caso), ma l'atmosfera è la vera regina di questo principato, scusate il gioco di parole.
Pur essendo così piccolo, il Principato annovera moltissimi punti di interesse sia naturalistrico che culturale. Perciò, oggi occhi puntati su ... il Principato di Monaco.Così vicino all' Italia ma così differente, il Principato di Monaco ha una storia che comincia intorno al
1200 circa, ed è una storia intimamente legata all'Italia, poichè il fondatore fu proprio un genovese.
Quello che proprio non può mancare di essere visitato è:
- il Museo Oceanografico: modellini, ricostruzioni, scheletri e vasche di pesci, incantevole e da vedere e rivedere e rivedere...
- il Giardino Esotico: un giardino a cielo aperto, non solo piante provenienti da Stati Uniti, Messico, Sudafrica per dirne alcuni, ma anche grotte, belvedere... stupendo!
- il Palazzo di S.A.S. il Principe di Monaco: la Cappella palatina, gli affreschi del XVI secolo, le sale riccamente decorate ... per fare un tuffo nel dorato mondo principesco!
- la Cattedrale: oltre a contenere le sepolture dei Principi defunti, la Cattedrale conserva un trono episcopale in marmo di Carrara e un organo a quattro tastiere.
Ma, più di tutto, è affascinante il paesaggio, l'aria nobile, la pulizia, l'estrema cura che c'è in tutto, dai marciapiedi alle illumionazioni. Camminarci di notte, con le luci che si riflettono sul porto, è quasi poetico. E, rientrando in Italia, se si getta la testa indietro, si vedrà tutto illuminato, i palazzi, le strade, il porto... incantevole!
Qui un po' di link:
http://www.oceano.mc/
http://www.jardin-exotique.mc/it
http://www.visitmonaco.com/it/Visitare/Monumenti/Il-Palazzo-del-Principe-Grandi-Appartamenti
http://www.visitmonaco.com/it/Visitare/Monumenti/La-Cattedrale-di-Monaco
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mercoledì 23 gennaio 2013
1000 GRAZIE!
Mi assento dal blog due giorni e ... quando guardo il contatore vedo un bel 1014!!!!!! Che bella, bellissima, sorpresa! Grazie a voi che mi leggete, che mi cercate, che capitate qui e non ve ne andate ... grazie! Non siete solo un numero che sale in fondo alla pagina, siete storie, pensieri, emozioni, opinioni, sogni, viaggi ... Grazie!!!
venerdì 18 gennaio 2013
Caro week end ...
Benvenuto caro week end!!! Finito il periodo festivo e prima che i bagordi carnevaleschi si facciano avanti, ecco qualche idea per un piccolo break.
1) Poker di mostre d'arte! Se non l'aveste ancora fatto, meritano una visita la mostra "Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi, volti e figure", ospitata nella Basilica Palladiana a Vicenza, in programma ancora solo fino a domenica, la mostra "Mirò poesia e luce", nel Palazzo ducale di Genova (dove è anche possibile ammirare gli scatti del grande fotografo Steve McCurry), la mostra "La Divina Commedia di Salvador Dalì", 100 tavole con le quali il genio catalano illustra il viaggio dantesco, ospitate nel Palazzo primavera di Terni, e la mostra "Brueghel. Le meraviglie dell'arte fiamminga", nel Chiostro del Bramante a Roma. Da non perdere!
Info qui:
http://www.lineadombra.it/raffaello-verso-picasso/la-mostra
http://www.mostramiro.it/info/
http://www.palazzoducale.genova.it/naviga.asp?pagina=78786
http://www.lanazione.it/umbria/cultura/2013/01/17/831675-teatro-spettacolo-divina-commedia-salvador-dali.shtml
http://chiostrodelbramante.it/it/info/brueghel_meraviglie_dellarte_fiamminga/
2) Per chi avesse già deciso di trascorrere le prossime vacanze in un agriturismo, ma fosse colto da dubbi sulla località da scegliere, nel Parco Esposizioni di Novegro a Segrate (Milano) domani e domenica sarà ospitato l'evento "Agriturismo in fiera", con fattorie didattiche a attività varie. Per lasciarsi ispirare!
Info:
http://www.agriturismoinfiera.it/it/
3) In questo periodo, come resistere a un bel week end sulla neve? Nelle Alpi di Siusi o in Alta Badia, a Madonna di Campiglio, St. Moritz, Avoriaz o Piano Battaglia, la neve è sempre affascinante. Anche se non si scia, o se si vuole imparare, un fine settimana sulla neve, all'aria aperta anche con queste belle temperature fresche, è un toccasana!
Info:
http://www.dovesciare.it/
Buon week end a tutti!!!
1) Poker di mostre d'arte! Se non l'aveste ancora fatto, meritano una visita la mostra "Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi, volti e figure", ospitata nella Basilica Palladiana a Vicenza, in programma ancora solo fino a domenica, la mostra "Mirò poesia e luce", nel Palazzo ducale di Genova (dove è anche possibile ammirare gli scatti del grande fotografo Steve McCurry), la mostra "La Divina Commedia di Salvador Dalì", 100 tavole con le quali il genio catalano illustra il viaggio dantesco, ospitate nel Palazzo primavera di Terni, e la mostra "Brueghel. Le meraviglie dell'arte fiamminga", nel Chiostro del Bramante a Roma. Da non perdere!
Info qui:
http://www.lineadombra.it/raffaello-verso-picasso/la-mostra
http://www.mostramiro.it/info/
http://www.palazzoducale.genova.it/naviga.asp?pagina=78786
http://www.lanazione.it/umbria/cultura/2013/01/17/831675-teatro-spettacolo-divina-commedia-salvador-dali.shtml
http://chiostrodelbramante.it/it/info/brueghel_meraviglie_dellarte_fiamminga/
2) Per chi avesse già deciso di trascorrere le prossime vacanze in un agriturismo, ma fosse colto da dubbi sulla località da scegliere, nel Parco Esposizioni di Novegro a Segrate (Milano) domani e domenica sarà ospitato l'evento "Agriturismo in fiera", con fattorie didattiche a attività varie. Per lasciarsi ispirare!
Info:
http://www.agriturismoinfiera.it/it/
3) In questo periodo, come resistere a un bel week end sulla neve? Nelle Alpi di Siusi o in Alta Badia, a Madonna di Campiglio, St. Moritz, Avoriaz o Piano Battaglia, la neve è sempre affascinante. Anche se non si scia, o se si vuole imparare, un fine settimana sulla neve, all'aria aperta anche con queste belle temperature fresche, è un toccasana!
Info:
http://www.dovesciare.it/
Buon week end a tutti!!!
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giovedì 17 gennaio 2013
Tutti a Bruges!
Sarà che sono ancora sotto l'effetto della magia veneziana, sarà che dove c'è acqua per me c'è qualcosa di bello da vedere, ma oggi occhi puntati sulla città di Bruges.
L'ho scoperta da poco, a dire il vero, e già mi affascina! A parer comune è il posto delle favole, quello che quando ci arrivi sembra di essere Semola nella "Spada della roccia". Tra le città che vantano il titolo di "Venezia del nord", Bruges è senza dubbio quella che se lo merita maggiormente. A parte il il fatto che tutti i Paesi Bassi sono una sorta di miracolo ingegneristico, alcuni punti sono più bassi del livello del mare, ma tal'è, sono sempre al loro posto.
Per chi parte da lontano, a Bruges si arriva con il treno, non c'è l'aeroporto, si vola fino a Bruxelles e poi da lì si prende il treno. Il tragitto dura più o meno un'ora.Poi arrivi nel centro storico, dichiarato dall'Unesco sito "Patrimonio dell'Umanità", fitto di negozi di cioccolato e souvenirs, e ti sembra di stare in un paesaggio disegnato da Walt Disney, con le case basse, tutte belle, tutte antiche, che si affacciano sui canali, che tra l'altro sono un ottimo modo di visitare la città nella bella stagione.
Il cuore più antico della città medievale è costituito da due piazze, Markt e Burg, dove si possono visitare il mercato del pesce e salire sulla Torre Belfort, e dai suoi 83 metri di altezza godere di un panorama mozzafiato. Inoltrandosi poi nelle viuzze del centro si incontrano la Cattedrale di Sint Salvator, una delle chiese più antiche, la Chiesa di Nostra Signora, con la sua guglia alta 122 metri, il Municipio, di gusto squisitamente gotico, il museo Groeninge, di grande valore artistico.
Vale la pena, però, girovagare liberamente in questo bellissimo tesoro medievale e scoprire angoli di tipico splendore, come il Beguinage "De Wijngaard", molto caratteristico, formato da un gruppo di case raccolte intorno ad un piccolo giardino, e assaporare il tempo che qui sembra non correre veloce come nelle nostre frenetiche città.
La città appoggiata sui canali vive in una dimensione placida, serena, è bello camminarci dentro e assaporare il gusto della tranquillità, osservare i bei riflessi degli edifici sull'acqua, camminare lungo le sponde dei canali e sorseggiare una buona birra, che qui viene fatta in un modo particolare che consente di avere un'ampia scelta di sapori.
Insomma, Bruges è senz'altro una città da vedere, ma soprattutto da vivere!
Per chi fosse interessato a qualche notizia pratica:
http://www.belgio.cc/centro-storico-di-bruges.html
http://www.brugge.be/internet/en/index.htm
L'ho scoperta da poco, a dire il vero, e già mi affascina! A parer comune è il posto delle favole, quello che quando ci arrivi sembra di essere Semola nella "Spada della roccia". Tra le città che vantano il titolo di "Venezia del nord", Bruges è senza dubbio quella che se lo merita maggiormente. A parte il il fatto che tutti i Paesi Bassi sono una sorta di miracolo ingegneristico, alcuni punti sono più bassi del livello del mare, ma tal'è, sono sempre al loro posto.
Per chi parte da lontano, a Bruges si arriva con il treno, non c'è l'aeroporto, si vola fino a Bruxelles e poi da lì si prende il treno. Il tragitto dura più o meno un'ora.Poi arrivi nel centro storico, dichiarato dall'Unesco sito "Patrimonio dell'Umanità", fitto di negozi di cioccolato e souvenirs, e ti sembra di stare in un paesaggio disegnato da Walt Disney, con le case basse, tutte belle, tutte antiche, che si affacciano sui canali, che tra l'altro sono un ottimo modo di visitare la città nella bella stagione.
Il cuore più antico della città medievale è costituito da due piazze, Markt e Burg, dove si possono visitare il mercato del pesce e salire sulla Torre Belfort, e dai suoi 83 metri di altezza godere di un panorama mozzafiato. Inoltrandosi poi nelle viuzze del centro si incontrano la Cattedrale di Sint Salvator, una delle chiese più antiche, la Chiesa di Nostra Signora, con la sua guglia alta 122 metri, il Municipio, di gusto squisitamente gotico, il museo Groeninge, di grande valore artistico.
Vale la pena, però, girovagare liberamente in questo bellissimo tesoro medievale e scoprire angoli di tipico splendore, come il Beguinage "De Wijngaard", molto caratteristico, formato da un gruppo di case raccolte intorno ad un piccolo giardino, e assaporare il tempo che qui sembra non correre veloce come nelle nostre frenetiche città.
La città appoggiata sui canali vive in una dimensione placida, serena, è bello camminarci dentro e assaporare il gusto della tranquillità, osservare i bei riflessi degli edifici sull'acqua, camminare lungo le sponde dei canali e sorseggiare una buona birra, che qui viene fatta in un modo particolare che consente di avere un'ampia scelta di sapori.
Insomma, Bruges è senz'altro una città da vedere, ma soprattutto da vivere!
Per chi fosse interessato a qualche notizia pratica:
http://www.belgio.cc/centro-storico-di-bruges.html
http://www.brugge.be/internet/en/index.htm
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mercoledì 16 gennaio 2013
Viaggiare e camminare
"Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scalfire
la superficie dei luoghi nè imparare nulla dalle genti appena sfiorate. Il senso
del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da
raccontare.
Camminando si apprende la vita camminando si conoscono le cose camminando si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina guardando una stella ascoltando una voce seguendo le orme di altri passi. Cammina cercando la vita curando le ferite lasciate dai dolori. Niente può cancellare il ricordo del cammino percorso."
Oggi, navigando qui e là, cercando offerte e notizie su un po' di bei posti che mi piacerebbe visitare, mi sono imbattuta in questa frease di Rubén Blades, cantautore/attore/politico panamense, come recita la nota enciclopedia online. Non potevo non riportarla, mi piace tanto. Semplice, naturale, se vogliamo anche un po' brutale, come le storie che potremmo sentire se ci prendessimo il tempo di ascoltare chi incontriamo sulla via. Quando si incontrano culture diverse, spesso è difficilissimo capire certi schemi logici che a noi non appartengono, ma possiamo dire veramente di aver viaggiato in un posto se poi torniamo a casa senza sapere niente dei suoi abitanti, della sua storia, delle vite che quel luogo racchiude e custodisce? Non credo proprio. Viaggiare per camminare un po' tra le persone, riconoscendo che quello che ci sfugge in un primo momento, può avere senso se ci prendiamo la briga di scoprirne i motivi che ci stanno dietro. Viaggiare e camminare tra le strade polverose di una città troppo affollata perchè si possa vivere bene. Viaggiare e camminare stringendo nella propria la piccola manina di un bimbo con un ditino in più. Viaggiare e camminare tra le persone malate, sofferenti, e scoprire che quando sei malato ma qualcuno si prende cura di te, sorridi più di quando eri sano. Viaggiare e camminare, percorrere la strada anche in silenzio, ma insieme, quello conta. Viaggiare e camminare per sentire la libertà che hai tenuto compressa dentro per tanto tempo, finalmente uscire fuori. Viaggiare e camminare e ridere delle piccole cose. Viaggiare e camminare e lasciarsi guidare. Viaggiare e ricordare che è bello e giusto essere felici. Viaggiare, camminare. Viaggiare ...
Camminando si apprende la vita camminando si conoscono le cose camminando si sanano le ferite del giorno prima.
Cammina guardando una stella ascoltando una voce seguendo le orme di altri passi. Cammina cercando la vita curando le ferite lasciate dai dolori. Niente può cancellare il ricordo del cammino percorso."
Oggi, navigando qui e là, cercando offerte e notizie su un po' di bei posti che mi piacerebbe visitare, mi sono imbattuta in questa frease di Rubén Blades, cantautore/attore/politico panamense, come recita la nota enciclopedia online. Non potevo non riportarla, mi piace tanto. Semplice, naturale, se vogliamo anche un po' brutale, come le storie che potremmo sentire se ci prendessimo il tempo di ascoltare chi incontriamo sulla via. Quando si incontrano culture diverse, spesso è difficilissimo capire certi schemi logici che a noi non appartengono, ma possiamo dire veramente di aver viaggiato in un posto se poi torniamo a casa senza sapere niente dei suoi abitanti, della sua storia, delle vite che quel luogo racchiude e custodisce? Non credo proprio. Viaggiare per camminare un po' tra le persone, riconoscendo che quello che ci sfugge in un primo momento, può avere senso se ci prendiamo la briga di scoprirne i motivi che ci stanno dietro. Viaggiare e camminare tra le strade polverose di una città troppo affollata perchè si possa vivere bene. Viaggiare e camminare stringendo nella propria la piccola manina di un bimbo con un ditino in più. Viaggiare e camminare tra le persone malate, sofferenti, e scoprire che quando sei malato ma qualcuno si prende cura di te, sorridi più di quando eri sano. Viaggiare e camminare, percorrere la strada anche in silenzio, ma insieme, quello conta. Viaggiare e camminare per sentire la libertà che hai tenuto compressa dentro per tanto tempo, finalmente uscire fuori. Viaggiare e camminare e ridere delle piccole cose. Viaggiare e camminare e lasciarsi guidare. Viaggiare e ricordare che è bello e giusto essere felici. Viaggiare, camminare. Viaggiare ...
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lunedì 14 gennaio 2013
Venezia - Vicenza - Verona
Doveva essere un piacevole week end all'insegna dell'arte ... arrivo a Vicenza, giretto esplorativo in città, cena, l'indomani visita alla mostra, altro giretto rilassato e poi via verso casa. Diciamo che invece non è stato esattamente così! Diciamo che abbiamo fatto dell'impulsività la chiave del nostro fine settimana. Diciamo che è stato fantastico come solo le belle sorprese sanno essere. Diciamo che meglio non poteva andare. Diciamo che quando si ha a fianco la persona giusta che condivide la tua passione, allora si tocca la perfezione. Dico tutto questo e vi racconto come è andata.
La direzione era bella predefinita, il viaggetto dalla mia città a Vicenza non è certo infattibile, ma non è una mezz'ora di scampagnata, ecco. Il nostro fine settimana sarebbe stato interamente dedicato alla visita della (BELLISSIMA, lo ripeterò fino a quando possibile!!!) mostra "Raffaello verso Picasso", ospitata nella Basilica Palladiana, ristrutturata da poco e molto bella, e della città di Vicenza, di cui abbiamo sempre sentito parlare bene, ma che non avevamo mai visto. Insomma, tutto bello deciso, fino a quando, a sei chilometri dall'uscita autostradale che avremmo dovuto prendere, facciamo la prima delle nostre deviazioni ... Venezia.
Così bella e affascinante, così poco distante dalla nostra meta, non siamo riusciti ad ignorare il suo richiamo. La proposta mi è proprio uscita dal cuore, quando ho realizzato che ce ne saremmo stati lì, ad una quarantina di chilometri da lei, che ha vissuto con noi attivamente un pezzetto così speciale della nostra vita. Non potevamo non andarci. Per fortuna, se una è matta, l'altro le va dietro e così, abbiamo parcheggiato la macchina, preso il "ferry lido" e raggiunto la Serenissima.
Il vaporetto ci lascia a Rialto, e noi, come fossimo di casa, ripercorriamo le calli con sicurezza fino ad arrivare a San Marco. Venezia è una di quelle città eleganti dove però mi sento perfettamente a posto. Il mare le dà quel senso di calma e quasi di sottomissione alla natura che la rendono vulnerabile e fiera al tempo stesso. La Basilica se ne stava ancora là ovviamente, per fortuna non assediata da troppi turisti, intenti a dar da mangiare ai piccioni. Camminiamo tra le calli per un po', percorrendo il ponte di Rialto, riandando dal gioelliere in cui mio marito ha comprato l'anello di fidanzamento, riguardando i tanti negozi di abilissimi artigiani del vetro, passeggiando sulle sponde del Canal Grande. Ci sono angoli di Venezia che amo particolarmente, dove la luce si riflette in un modo unico, dove si può godere di silenzi quasi irreali, ti rendi davvero conto che la vita senza auto è un'altra cosa.
Stiamo qualche ora a goderci la città e poi ripartiamo per Vicenza, davvero, questa volta.
Troviamo senza difficoltà l'albergo, e questo lo preciso perchè, in tanti anni di viaggi, non è proprio stato sempre scontato! L'hotel è bello, moderno, accogliente e vicinissimo al centro. Posiamo i bagagli, e andiamo a piedi nel centro storico. E saranno state le sapienti illuminazioni cittadine, non so, ma il centro storico di Vicenza ci appare bellissimo.
Organizzato, pulito, ricco di storia, la basilica Palladiana è incantevole, ci sono cascate di luce che la illuminano ... una prima impressione più che positiva! Facciamo in un mezzo pomeriggio tutto quello che avremmo dovuto fare in un giorno ... percorriamo Corso Palladio, via principale del centro storico, vediamo il bellissimo Teatro Olimpico, il Duomo e arriviamo fino al Castello. Compriamo anche un po' di baccalà alla vicentina, non potevo non assaggiarlo, vediamo che per la mostra c'è una coda lunghetta anche considerata l'ora, ma non ci spaventiamo ... tanto abbiamo prenotato. Con una piacevole passeggiata ritorniamo in albergo. Non male come primo giorno ... gambe stanche e cuore felice!
Il mattino ci trova affamati, ma a questo pensa l'albergo con una colazione super! Check out e partiamo per andare a visitare la mostra.
Anche con le luci del giorno Vicenza ci appare bellissima!!! Giriamo un pochino nel mercatino dell'antiquariato sparso per il centro storico mentre aspettiamo che arrivi l'ora dell'entrata e poi...entriamo nel fantastico mondo dell'arte! Colori, forme, sguardi...tanta commozione nel vedere soprattutto alcune opere ... BELLISSIMA!!!
Ancora un giro e poi recuperiamo la macchina per tornare a casa ... anzi no, deviamo a Verona, tanto è sulla strada! E così, il nostro "week end artistico" si è trasformato nel "week end delle tre V"!
Verona, ci siamo stati un numero di volte molto vicino al 10 ma è sempre meravigliosa.
Siccome ci siamo trovati davvero benissimo, questo è l'albergo in cui abbiano pernottato: http://www.key-hotel.it/
La direzione era bella predefinita, il viaggetto dalla mia città a Vicenza non è certo infattibile, ma non è una mezz'ora di scampagnata, ecco. Il nostro fine settimana sarebbe stato interamente dedicato alla visita della (BELLISSIMA, lo ripeterò fino a quando possibile!!!) mostra "Raffaello verso Picasso", ospitata nella Basilica Palladiana, ristrutturata da poco e molto bella, e della città di Vicenza, di cui abbiamo sempre sentito parlare bene, ma che non avevamo mai visto. Insomma, tutto bello deciso, fino a quando, a sei chilometri dall'uscita autostradale che avremmo dovuto prendere, facciamo la prima delle nostre deviazioni ... Venezia.
Così bella e affascinante, così poco distante dalla nostra meta, non siamo riusciti ad ignorare il suo richiamo. La proposta mi è proprio uscita dal cuore, quando ho realizzato che ce ne saremmo stati lì, ad una quarantina di chilometri da lei, che ha vissuto con noi attivamente un pezzetto così speciale della nostra vita. Non potevamo non andarci. Per fortuna, se una è matta, l'altro le va dietro e così, abbiamo parcheggiato la macchina, preso il "ferry lido" e raggiunto la Serenissima.
Il vaporetto ci lascia a Rialto, e noi, come fossimo di casa, ripercorriamo le calli con sicurezza fino ad arrivare a San Marco. Venezia è una di quelle città eleganti dove però mi sento perfettamente a posto. Il mare le dà quel senso di calma e quasi di sottomissione alla natura che la rendono vulnerabile e fiera al tempo stesso. La Basilica se ne stava ancora là ovviamente, per fortuna non assediata da troppi turisti, intenti a dar da mangiare ai piccioni. Camminiamo tra le calli per un po', percorrendo il ponte di Rialto, riandando dal gioelliere in cui mio marito ha comprato l'anello di fidanzamento, riguardando i tanti negozi di abilissimi artigiani del vetro, passeggiando sulle sponde del Canal Grande. Ci sono angoli di Venezia che amo particolarmente, dove la luce si riflette in un modo unico, dove si può godere di silenzi quasi irreali, ti rendi davvero conto che la vita senza auto è un'altra cosa.
Stiamo qualche ora a goderci la città e poi ripartiamo per Vicenza, davvero, questa volta.
Troviamo senza difficoltà l'albergo, e questo lo preciso perchè, in tanti anni di viaggi, non è proprio stato sempre scontato! L'hotel è bello, moderno, accogliente e vicinissimo al centro. Posiamo i bagagli, e andiamo a piedi nel centro storico. E saranno state le sapienti illuminazioni cittadine, non so, ma il centro storico di Vicenza ci appare bellissimo.
Organizzato, pulito, ricco di storia, la basilica Palladiana è incantevole, ci sono cascate di luce che la illuminano ... una prima impressione più che positiva! Facciamo in un mezzo pomeriggio tutto quello che avremmo dovuto fare in un giorno ... percorriamo Corso Palladio, via principale del centro storico, vediamo il bellissimo Teatro Olimpico, il Duomo e arriviamo fino al Castello. Compriamo anche un po' di baccalà alla vicentina, non potevo non assaggiarlo, vediamo che per la mostra c'è una coda lunghetta anche considerata l'ora, ma non ci spaventiamo ... tanto abbiamo prenotato. Con una piacevole passeggiata ritorniamo in albergo. Non male come primo giorno ... gambe stanche e cuore felice!
Il mattino ci trova affamati, ma a questo pensa l'albergo con una colazione super! Check out e partiamo per andare a visitare la mostra.
Anche con le luci del giorno Vicenza ci appare bellissima!!! Giriamo un pochino nel mercatino dell'antiquariato sparso per il centro storico mentre aspettiamo che arrivi l'ora dell'entrata e poi...entriamo nel fantastico mondo dell'arte! Colori, forme, sguardi...tanta commozione nel vedere soprattutto alcune opere ... BELLISSIMA!!!
Ancora un giro e poi recuperiamo la macchina per tornare a casa ... anzi no, deviamo a Verona, tanto è sulla strada! E così, il nostro "week end artistico" si è trasformato nel "week end delle tre V"!
Verona, ci siamo stati un numero di volte molto vicino al 10 ma è sempre meravigliosa.
Ormai sappiamo benissimo dove andare a cercare parcheggio, le strade anche meno trafficate da percorrere, le cose che ci toccano il cuore. Come la Casa di Giulietta, che è in assoluto il mio luogo preferito, soprattutto quando, come ieri, non è assediata dai turisti che le toccano il seno per seguire la tradizione e poter quindi ritornare. Tanto per precisione, noi non l'abbiamo mai toccato e siamo sempre ritornati!!! Il sole tramonta mentre siamo sotto il balcone, è impossibile non farsi risuonare in testa i bei versi di Shakespeare ... con un po' di commozione salutiamo Giulietta, l'Arena, piazza delle Erbe, piazza Bra e ci incamminiamo sulla via del ritorno a casa, questa volta veramente. Non sono mai pronta a tornare a casa, specialmente da certi posti, mi assale una malinconia ... ma tanto è così, bisogna essere a casa per poter ripartire, perciò ...
Siccome ci siamo trovati davvero benissimo, questo è l'albergo in cui abbiano pernottato: http://www.key-hotel.it/
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sabato 12 gennaio 2013
Via a Vicenza
In diretta dall'autostrada ... una puntata di "Fuga nel week end"!
Stiamo andando a Vicenza per vedere,finalmente, a una settimana dalla chiusura, la mostra "Raffaello verso Picasso" ospitata dalla città nella neoristrutturata Basilica Palladiana. Quindi, piccola borsa, biglietti della mostra, prenotazione dell'albergo, applicazione nuova nuova per scrivere in diretta e via! Oggi visitiamo un po' Vicenza (se no poi lunedì cosa scrivo?!?), il Teatro Olimpico, sempre di Palladio, il Duomo e giriamo un po' per il centro storico. Domani mattina via con la mostra e poi ... work in progress, ve lo racconto lunedì!
Intanto gustiamoci quest'alba, che è uno dei motivi per cui vale la pena alzarsi prima di lei!
Buon week end!!!
mercoledì 9 gennaio 2013
Viaggi su carta, viaggi su strada
"Ho cominciato a credere che passiamo più tempo seduti di quanto dovremmo"-sorrise-"Altrimenti perchè avremmo i piedi?" (dal libro "L'imprevedibile viaggio di Harold Fry")
Era tanto tanto tempo che non mi capitava di dover prendere una matita per sottolineare qualche frase, paragrafo o parola di un libro mentre lo leggo. Poi ho iniziato questo racconto straordinario di un viaggio a piedi che il protagonista compie in primo luogo per salvare un'amica ma che, lungo il tragitto, si rivela essere anche un viaggio nei ricordi, melle memorie dei tempi passati e felici, che sembrano lontani al momento della partenza, ma che via via che il percorso progredisce riaffiorano e sembrano di nuovo possibili.
Harold, l'impulsivo sessantenne protagonista, attraversa tutta quanta l'Inghilterra per andare a trovare un'amica in punto di morte ma che, come lui le ha chiesto, lo sta aspettando, giusto per rivederlo ancora. Non è una storia strappalacrime, assolutamente, ma come tutti i viaggi, ha momenti di comicità e di malinconia, di riflessione, soprattutto durante il tragitto in aperta campagna, quando gli fanno compagnia solo i campi e le nuvole.
Deve essere un po' la stessa sensazione che si prova quando si è nel deserto. Almeno a me è capitato, quando, di passaggio nel deserto in Egitto, vi ho trascorso alcune ore, di notte. L'aflusso di pensieri che arrivavano alla testa era incredibile, incessante, ma tutte confluivano sempre nella stessa domanda, che mi affiorava alle labbra di continuo e per cui ringrazio Leopardi e la sua splendida "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia":
"A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito Seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?"
Guardando quella miriade di stelle, che mai più dimenticherò, ci si rende veramente conto della piccolezza dell'uomo riguardo al mondo, e della bellezza che questo racchiude. A volte bisogna cercarla ben bene, non sempre è così facile vederla, non ci si presenta sempre sotto forma di mare cristallino o vetta altissima. Alle volte è un po' più nascosta, è uno scorcio, un masso nel deserto, e ci devi capitare, come una notte nel deserto, e affacciarti per caso dal finestrino per venire colpito dalla Bellezza. Ma poi, una volta che si ha la fortuna di sperimentarla, niente la toglierà più dalla testa.
Come finisca il viaggio del mio nuovo eroe Harold Fry non lo so ancora, ma già solo il fatto che sia partito per sentirsi parte di qualcosa, del mondo e di quanto racchiude, per me lo rende già vincitore. Mi fa venire voglia ancora di più di mettermi in marcia (magari però un aereo lo prendo volentieri) e di vedere cosa c'è di là.
Era tanto tanto tempo che non mi capitava di dover prendere una matita per sottolineare qualche frase, paragrafo o parola di un libro mentre lo leggo. Poi ho iniziato questo racconto straordinario di un viaggio a piedi che il protagonista compie in primo luogo per salvare un'amica ma che, lungo il tragitto, si rivela essere anche un viaggio nei ricordi, melle memorie dei tempi passati e felici, che sembrano lontani al momento della partenza, ma che via via che il percorso progredisce riaffiorano e sembrano di nuovo possibili.
Harold, l'impulsivo sessantenne protagonista, attraversa tutta quanta l'Inghilterra per andare a trovare un'amica in punto di morte ma che, come lui le ha chiesto, lo sta aspettando, giusto per rivederlo ancora. Non è una storia strappalacrime, assolutamente, ma come tutti i viaggi, ha momenti di comicità e di malinconia, di riflessione, soprattutto durante il tragitto in aperta campagna, quando gli fanno compagnia solo i campi e le nuvole.
Deve essere un po' la stessa sensazione che si prova quando si è nel deserto. Almeno a me è capitato, quando, di passaggio nel deserto in Egitto, vi ho trascorso alcune ore, di notte. L'aflusso di pensieri che arrivavano alla testa era incredibile, incessante, ma tutte confluivano sempre nella stessa domanda, che mi affiorava alle labbra di continuo e per cui ringrazio Leopardi e la sua splendida "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia":
"A che tante facelle?
Che fa l'aria infinita, e quel profondo
Infinito Seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?"
Guardando quella miriade di stelle, che mai più dimenticherò, ci si rende veramente conto della piccolezza dell'uomo riguardo al mondo, e della bellezza che questo racchiude. A volte bisogna cercarla ben bene, non sempre è così facile vederla, non ci si presenta sempre sotto forma di mare cristallino o vetta altissima. Alle volte è un po' più nascosta, è uno scorcio, un masso nel deserto, e ci devi capitare, come una notte nel deserto, e affacciarti per caso dal finestrino per venire colpito dalla Bellezza. Ma poi, una volta che si ha la fortuna di sperimentarla, niente la toglierà più dalla testa.
Come finisca il viaggio del mio nuovo eroe Harold Fry non lo so ancora, ma già solo il fatto che sia partito per sentirsi parte di qualcosa, del mondo e di quanto racchiude, per me lo rende già vincitore. Mi fa venire voglia ancora di più di mettermi in marcia (magari però un aereo lo prendo volentieri) e di vedere cosa c'è di là.
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martedì 8 gennaio 2013
Pegni d'amore e favole a Venezia
Stavo sfogliando con molto gusto uno dei libri a tema viaggio che mi sono arrivati a Natale, regalo graditissimo, e volevo proprio parlarvene, accennare a qualche passo e itinerario suggerito, ma, ad un certo punto, mi scorre sotto gli occhi questo titolo: "Cercando un pegno d'amore a Galway". La città irlandese è infatti il posto ideale se si è alla ricerca di un anello speciale, il famoso Claddagh Ring, formato da due mani che circondano un cuore sormontato da una corona, che, a seconda di dove e come lo si indossa, rivela lo status sentimentale di chi lo porta. Quella che subito mi è affiorata nella mente, però, non è la storia del povero marinaio Claddagh, catturato dai pirati e venduto come schiavo, ma la storia ben più nostrana e, concedetemelo, lievemente romantica, dell'acquisto del pegno d'amore per me, da parte di colui che mi rapì il cuore e mi sposò ... perciò ...
C'erano una volta due giovani innamorati, che decisero di compiere un viaggio nella città più romantica dell'Italia intera, Venezia.
I due giovani erano partiti una tiepida sera di ottobre (ottimo periodo per visitare Venezia, perchè fa ancora caldo ma le orde di turisti sono lontane) in treno, per raggiungere il mattino successivo la splendida città veneta, per un weekend destinato a rimanere scolpito, insieme a rossi cuori fluttuanti, nella loro memoria.
Quella che appare ai loro occhi dopo una notte di viaggio è una Venezia baciata dal sole del mattino presto, la luce che si riflette sui canali, l'odore del mare su cui sorge, i ponti, insomma un paesaggio fiabesco. Raggiunto l'alloggio a un passo dal ponte di Rialto, i due giovani dal cuore ardente d'amore decidono di cominciare ad esplorare la città da quella che ne è effettivamente il simbolo: piazza San Marco. Per lei è un ritornare e vedere con occhi da "grande" un luogo visto da bambina che tanto aveva amato, per lui è scoprire per la prima volta che davvero le meraviglie esistono. Entrano in San Marco, i due giovani, salgono su, su fino alla Loggia della Basilica, godono di un panorama unico, scattano una miriade di foto. Poi via al Palazzo Ducale, nelle sue belle stanze, tanto ricche di storia. Percorrono il ponte dei Sospiri, i due giovani innamorati, e ripensano a Casanova, che dell'amore ne aveva fatto una ragione di vita ( ma che, oltre ad avventure amorose, ebbe modo di fare numerosissimi viaggi e incontrare personalità di spicco dell'epoca. C'è persino chi lo definisce uno dei primi agenti segreti italiani.). Mangiano al volo e si perdono nelle calli della bella città. Così passeggiano fino a sera, quando è ora di rientrare in albergo e prepararsi ad uscire. Passa dunque la prima felice giornata a Venezia dei nostri giovani protagonisti innamorati. Ma quel che poi sarebbe diventata una delle giornate più belle ed emozionanti della loro vita, è lì che li aspetta all'alba...
Sveglia presto, colazione super, e i nostri sono pronti per un altro giro in città. Percorrono mano nella mano il Ponte di Rialto, gremito di negozi, tra cui spicca una gioielleria ... e proprio in una delle vetrine di quella gioielleria, la giovane innamorata individua quello che per lei sarebbe stato il pegno d'amore perfetto, se mai lui avesse avuto intenzione di domandarla in sposa. Lui l'intenzione ce l'aveva ... con un escamotage riesce a mandarla a vedere un altro negozio mentre lui compra l'anello, che tiene in tasca tutto il giorno, senza che lei se ne accorga mai. Visitano musei, camminano tutto il giorno, e lei pensa sempre all'anello, e non sa che è proprio lì, custodito in una tasca di un paio di jeans di un giovane innamorato.
Viene la sera, e i due decidono di andare a mangiare in un posto romantico, perchè dopotutto Venezia è romantica per definizione.
E proprio in mezzo alla cena, quando i due avevano concordato che davvero quel viaggio, quel momento erano perfetti, il giovane innamorato chiede la mano della giovane innamorata e le consegna il pegno di un Amore eterno. Si commuovono, i giovani fidanzati, e ridendo vanno in piazza San Marco, che di sera è incredibilmente fantastica, si siedono ad un bar e ascoltano l'orchestra suonare ... non c'è altro nella loro testa che Amore. Sentono il campanile di San Marco che annuncia la mezzanotte con i rintocchi della sua campana e i due si avviano felici verso il loro albergo. Il giorno dopo i due giovani devono aver visitato Murano, Burano e Torcello ... ma sinceramente gli occhi dei giovani e innamorati fidanzati erano rivolti l'un l'altro, troppo impegnati a brillare di felicità per curarsi degli altri.
Così, in quei magici giorni di ottobre, la loro vita cominciò a cambiare, e ancora oggi, mentre guardo il pegno d'amore che brilla sul mio dito, non posso fare altro che essere felice.
Chi avesse intenzione di lasciarsi incantare da Venezia dia un'occhiata a questo sito: http://www.venicebanana.com/guida.html
C'erano una volta due giovani innamorati, che decisero di compiere un viaggio nella città più romantica dell'Italia intera, Venezia.
I due giovani erano partiti una tiepida sera di ottobre (ottimo periodo per visitare Venezia, perchè fa ancora caldo ma le orde di turisti sono lontane) in treno, per raggiungere il mattino successivo la splendida città veneta, per un weekend destinato a rimanere scolpito, insieme a rossi cuori fluttuanti, nella loro memoria.
Quella che appare ai loro occhi dopo una notte di viaggio è una Venezia baciata dal sole del mattino presto, la luce che si riflette sui canali, l'odore del mare su cui sorge, i ponti, insomma un paesaggio fiabesco. Raggiunto l'alloggio a un passo dal ponte di Rialto, i due giovani dal cuore ardente d'amore decidono di cominciare ad esplorare la città da quella che ne è effettivamente il simbolo: piazza San Marco. Per lei è un ritornare e vedere con occhi da "grande" un luogo visto da bambina che tanto aveva amato, per lui è scoprire per la prima volta che davvero le meraviglie esistono. Entrano in San Marco, i due giovani, salgono su, su fino alla Loggia della Basilica, godono di un panorama unico, scattano una miriade di foto. Poi via al Palazzo Ducale, nelle sue belle stanze, tanto ricche di storia. Percorrono il ponte dei Sospiri, i due giovani innamorati, e ripensano a Casanova, che dell'amore ne aveva fatto una ragione di vita ( ma che, oltre ad avventure amorose, ebbe modo di fare numerosissimi viaggi e incontrare personalità di spicco dell'epoca. C'è persino chi lo definisce uno dei primi agenti segreti italiani.). Mangiano al volo e si perdono nelle calli della bella città. Così passeggiano fino a sera, quando è ora di rientrare in albergo e prepararsi ad uscire. Passa dunque la prima felice giornata a Venezia dei nostri giovani protagonisti innamorati. Ma quel che poi sarebbe diventata una delle giornate più belle ed emozionanti della loro vita, è lì che li aspetta all'alba...
Sveglia presto, colazione super, e i nostri sono pronti per un altro giro in città. Percorrono mano nella mano il Ponte di Rialto, gremito di negozi, tra cui spicca una gioielleria ... e proprio in una delle vetrine di quella gioielleria, la giovane innamorata individua quello che per lei sarebbe stato il pegno d'amore perfetto, se mai lui avesse avuto intenzione di domandarla in sposa. Lui l'intenzione ce l'aveva ... con un escamotage riesce a mandarla a vedere un altro negozio mentre lui compra l'anello, che tiene in tasca tutto il giorno, senza che lei se ne accorga mai. Visitano musei, camminano tutto il giorno, e lei pensa sempre all'anello, e non sa che è proprio lì, custodito in una tasca di un paio di jeans di un giovane innamorato.
Viene la sera, e i due decidono di andare a mangiare in un posto romantico, perchè dopotutto Venezia è romantica per definizione.
E proprio in mezzo alla cena, quando i due avevano concordato che davvero quel viaggio, quel momento erano perfetti, il giovane innamorato chiede la mano della giovane innamorata e le consegna il pegno di un Amore eterno. Si commuovono, i giovani fidanzati, e ridendo vanno in piazza San Marco, che di sera è incredibilmente fantastica, si siedono ad un bar e ascoltano l'orchestra suonare ... non c'è altro nella loro testa che Amore. Sentono il campanile di San Marco che annuncia la mezzanotte con i rintocchi della sua campana e i due si avviano felici verso il loro albergo. Il giorno dopo i due giovani devono aver visitato Murano, Burano e Torcello ... ma sinceramente gli occhi dei giovani e innamorati fidanzati erano rivolti l'un l'altro, troppo impegnati a brillare di felicità per curarsi degli altri.
Così, in quei magici giorni di ottobre, la loro vita cominciò a cambiare, e ancora oggi, mentre guardo il pegno d'amore che brilla sul mio dito, non posso fare altro che essere felice.
Chi avesse intenzione di lasciarsi incantare da Venezia dia un'occhiata a questo sito: http://www.venicebanana.com/guida.html
lunedì 7 gennaio 2013
Effetto boomerang
Dunque, dunque, dunque ... le feste sono passate ... evviva! Sì, evviva, non perchè sia matta ma perchè le mie di feste sono state un disastro, quindi ora dico a squarciagola "bentornata normalità"!!!
Ciò che di buono hanno portato queste feste, però, oltre a qualche libro di viaggio, ma tempo al tempo, è aver avuto la possibilità in momenti tristissimi, di poter raccontare un po' di aneddoti sui miei viaggi, e riuscire a strappare sorrisi e curiosità.
Viaggiare ha questo effetto boomerang a volte, lo fai e ti diverti, vedi, scopri, conosci, impari ... poi torni a casa e racconti "a caldo" le avventure, magari corredando con qualche foto il tutto. Poi in realtà tutto si pensa esaurito lì ... e invece no! Perchè il nostro viaggio lo portiamo dentro ed esce quando abbiamo bisogno di portare a galla un bel momento di relax, o un attimo di folli risate, o avventure spensierate ai limiti della civiltà che tanto ci hanno fatto sentire vivi. Si ripensa a quel momento in cui, saliti su un Range Rover scassatissimo, si guida fino a perdere la strada e si arriva fino al confine di stato, bersagliato dalla guerra e dalle violenze, ridendo come matti, uniti dalla gioia di stare insieme e dalla consapevolezza che quello è viaggiare, vivere nel Paese che ci ospita, non solo farsi ospitare passivamente, ma fermare qualcuno e cercare di chiedere informazioni anche a gesti magari, perchè non è che l'inglese sia proprio così parlato ovunque ... o si racconta di tutti gli escamotage usati per far stare in una valigia tutto quello che può contenere e anche molto di più, perchè quel viaggio lì va sfruttato per portare tutto quel che è necessario non a stare in riposo sotto il sole, ma a cercare di vivere dignitosamente dove la dignità l'hanno rubata da secoli ... e si racconta di andature lente, del tempo che sembra formato da secondi, minuti ed ore come il nostro, ma che in realtà non lo è, è il tempo dell'uomo, è il tempo per assaporare l'alba e il tramonto, che qui sfuggono spesso e volentieri, ma che in alcuni posti regolano l'esistenza ... e si racconta, soprattutto, della felicità che il partire racchiude, della gioia di tornare dove si sa che si starà bene, o di andare a vedere luoghi mai visti, per quel senso di avventura che tanto mi piace!
Eccolo l'effetto boomerang ... tutto quello che si è provato viaggiando, e che sembra riposto accuratamente nella memoria, torna indietro prepotente, riporta in superficie pensieri, sapori, colori, sensazioni ed atmosfere che riscaldano il cuore, anche quando è immerso nella fredda tristezza, rispolverando la fantastica sensazione della partenza, per un viaggio certamente, e per una nuova serenità.
Ciò che di buono hanno portato queste feste, però, oltre a qualche libro di viaggio, ma tempo al tempo, è aver avuto la possibilità in momenti tristissimi, di poter raccontare un po' di aneddoti sui miei viaggi, e riuscire a strappare sorrisi e curiosità.
Viaggiare ha questo effetto boomerang a volte, lo fai e ti diverti, vedi, scopri, conosci, impari ... poi torni a casa e racconti "a caldo" le avventure, magari corredando con qualche foto il tutto. Poi in realtà tutto si pensa esaurito lì ... e invece no! Perchè il nostro viaggio lo portiamo dentro ed esce quando abbiamo bisogno di portare a galla un bel momento di relax, o un attimo di folli risate, o avventure spensierate ai limiti della civiltà che tanto ci hanno fatto sentire vivi. Si ripensa a quel momento in cui, saliti su un Range Rover scassatissimo, si guida fino a perdere la strada e si arriva fino al confine di stato, bersagliato dalla guerra e dalle violenze, ridendo come matti, uniti dalla gioia di stare insieme e dalla consapevolezza che quello è viaggiare, vivere nel Paese che ci ospita, non solo farsi ospitare passivamente, ma fermare qualcuno e cercare di chiedere informazioni anche a gesti magari, perchè non è che l'inglese sia proprio così parlato ovunque ... o si racconta di tutti gli escamotage usati per far stare in una valigia tutto quello che può contenere e anche molto di più, perchè quel viaggio lì va sfruttato per portare tutto quel che è necessario non a stare in riposo sotto il sole, ma a cercare di vivere dignitosamente dove la dignità l'hanno rubata da secoli ... e si racconta di andature lente, del tempo che sembra formato da secondi, minuti ed ore come il nostro, ma che in realtà non lo è, è il tempo dell'uomo, è il tempo per assaporare l'alba e il tramonto, che qui sfuggono spesso e volentieri, ma che in alcuni posti regolano l'esistenza ... e si racconta, soprattutto, della felicità che il partire racchiude, della gioia di tornare dove si sa che si starà bene, o di andare a vedere luoghi mai visti, per quel senso di avventura che tanto mi piace!
Eccolo l'effetto boomerang ... tutto quello che si è provato viaggiando, e che sembra riposto accuratamente nella memoria, torna indietro prepotente, riporta in superficie pensieri, sapori, colori, sensazioni ed atmosfere che riscaldano il cuore, anche quando è immerso nella fredda tristezza, rispolverando la fantastica sensazione della partenza, per un viaggio certamente, e per una nuova serenità.
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