Eccoci, ci siamo! La nostra settimana a Bora Bora, in quel paradiso di
coccole, in cui siamo stati trattati con mani guantate, è giunta al termine.
Ma, stranamente, non sono dispiaciuta, come alla fine del soggiorno a Rangiroa,
ma desiderosa di conoscere un altro pezzetto, una nuova isola di questo
lontanissimo incanto.
Con un piccolo aereo, dopo un'ora di volo, raggiungiamo il nostro resort a
Rangiroa (al momento del nostro viaggio, tra l'altro, era l'unico!).
Già
atterrando ci rendiamo conto che questa è un’isola diversa, più selvaggia, più
autentica. E la sua laguna è vastissima. Non si vede la terra ferma della parte
opposta! Perciò, depositiamo le valigie in camera (dopo che il vetturiere ci
consiglia di farcela cambiare, perchè quella assegnata è troppo vicina all'area
in cui stavano facendo alcuni lavori ... ovviamente seguiamo il suo consiglio)
e, indossato il costume, ci immergiamo immediatamente in acqua. La cosa che
notiamo subito è la grandissima varietà di pesci che sostano a riva e che ci
circondano! Non c'è neanche bisogno di arrivare con l'acqua alle spalle che già
ci si sente attorniati da splendidi e coloratissimi pesci tropicali. Anche un po' spinti da questa bella sorpresa, decidiamo di
goderci il posto e non affrontare tante (e costose) escursioni, ma di
partecipare solamente a quella chiamata "Sabbia Rosa", che comprende
sosta al giardino dei coralli, shark feeding, e poi pranzo e relax su un
isolotto di sabbia rosa che si forma grazie alle correnti, che in quel punto
depositano una sabbia davvero rosa. La sera lì non c'era gran che da fare, e in
realtà la città non è turistica per niente (ce ne accorgiamo poi, quando
affittiamo una macchina elettrica e la esploriamo in autonomia), quindi, dopo
un’immensa e buonissima cena, non ci rimane che una bella partita a carte
seduti nella nostra verandina privata. La notte siamo svegliati da una serie di
tonfi ... un po' spaventati e assonnati, dopo un po' capiamo che si tratta dei
cocchi che cadono sui tetti dei nostri bungalow. Qui a Rangiroa, infatti, non
usano toglierli in modo che non cadano pesantemente ... va beh, ci accorgiamo
che in camera non siamo due, ma che sosta da noi anche un geco e ci rimettiamo
a dormire. Non è che la faccenda del geco in realtà si risolva proprio
velocemente e con tanta nonchalance ... io resto un bel pezzo a fissarlo, per
monitorare i suoi spostamenti, ma capiamo ben presto che il più impaurito è lui
e, quindi, lasciamo che il sonno vinca.
Giunge finalmente il mattino della nostra escursione. Il tempo non è proprio
bellissimo, ma pensiamo che in fondo sia quello giusto per poter trascorrere la
giornata in mare senza scottarci (quanta ingenuità!). Saliamo su un piccolo
motoscafo insieme ad altre due coppie e partiamo. Lo scenario è incantevole, è
l'isola deserta che tutti sognano, palme, sabbia e mare blu, nient'altro.
Percorriamo un tratto abbastanza lungo prima di fare la prima sosta, quella che dà il nome all'escursione. Quando arriviamo rimaniamo estasiati. Come può restare in balia delle correnti questo cumulo di sabbia rosa ed essere sempre lì? Misteri della natura! Finalmente possiamo
sfamare gli squali!!! Qui non funziona come a Bora Bora, dove guardavamo da
dietro una fune, ma siamo letteralmente in mezzo agli squali! Ovviamente sono
interessati al pesce e non a noi, ma essere faccia a faccia con questi animali,
è una sensazione bellissima, di paura mista a potenza. Li osserviamo mentre
sembrano ignorare il cibo ma in una frazione di secondo, con un solo movimento
vigorosissimo, girano di scatto la testa e lo ingoiano ... è stato il momento
più incredibile della vacanza. Finito il pranzetto, gli squali si dileguano e
noi, galvanizzati al massimo dall'esperienza, siamo pronti a ripartire. Ci
fermiamo per la seconda sosta in quello che, a ragione, è chiamato “Giardino
dei Coralli", una zona incontaminata di barriera viva e pullulante di
pesci in grandissima quantità e varietà! Uno spettacolo! Mi sento così
perfettamente felice che decido di farmi una nuotata in solitaria leggermente
discostata da mio marito e dal gruppo ... che gran trovata! Mentre osservo
meravigliata lo spettacolo che mi circonda, lo vedo arrivare, uno squalo ...
nuota tranquillo, lui, verso di me, colta dal panico. In un attimo raggiungo
gli altri e cambiamo direzione, e non lo vedo più. Ma quell'incontro, seppur
abbastanza lontano, mi rimarrà per sempre negli occhi e nel cuore! Per l'ora di pranzo arriviamo in un isolotto piccolissimo, che ha due palmen con al centro una "capanna", il nostro ristorante! Stiamo
un po' in ammollo nel frattempo che le guide preparano il pasto, scattiamo
foto, ci godiamo i pesci e familiarizziamo con una razza che si fa accarezzare
e ci segue tutto il tempo. La natura riesce a fare dei regali inaspettati e
così riusciti! Mangiamo il buonissimo cibo cucinato solo e soltanto per noi, e
dopo una po' di relax, arriva il momento di riportarci in hotel. Ma sarà stata
la bravura delle guide, sarà stata la nostra faccina triste per dover già
abbandonare questo pezzetto di paradiso, fatto sta che le guide ci regalano
un'escursione nell'escursione. C'è un posto, dove la laguna e l'oceano si
incontrano, la "Passe", in cui, sebbene l'acqua sia agitata veramente
tanto, nuotano i delfini. Faceva parte delle escursioni che proponeva l'albergo
e che non avevamo acquistato, non per mancanza di interesse, ma perchè non si
aveva la certezza di vedere i delfini. Non vengono richiamati in alcun modo nè è
dato loro del cibo. Inoltre alcuni, nel nostro albergo, l'avevano già fatta, senza
aver avvistato neanche un delfino. Per questo, avendo fatto due calcoli, avevamo deciso di non farla. Che sorpresa
quando abbiamo visto il nostro piccolo motoscafino sfidare le onde giganti di
un infuriato oceano, girare la testa e ... vedere i delfini! Non uno, tanti!
Che nuotavano vicino a noi! Cerchiamo di fotografarli ma oscilliamo davvero
tanto e abbiamo paura che la macchina fotografica cada in acqua. Perciò
mettiamo a posto tutta l'attrezzatura e ci godiamo lo spettacolo. Rimaniamo in
balia delle onde, poi ci spostiamo per vederli meglio, e loro sempre vicino a
noi, nuotando sinuosi, emergendo e quasi sorridendoci ... la giornata non
poteva essere più perfetta! Torniamo in albergo così appagati che, dopo
un'altra super cena, ci addormentiamo sorridenti. Le giornate a Rangiroa
trascorrono all'insegna delle immersioni, esploriamo tutto il mare
raggiungibile a nuoto, giochiamo con i suoi abitanti. Un giorno,
però, decidiamo di prendere in affitto una bella macchinina elettrica e
"andare in città", ad Avatoru. In realtà ci sono solo due strade, una che costeggia il
mare e l'altra un po' più interna. Le percorriamo in poco tempo tutte e due e
vediamo la chiesa, la scuola, i vari "negozi". Tutti ci salutano,
tutti ci sorridono ... se non l'avevamo ancora (e l'avevamo) ci assale la
voglia di non tornare a casa! Sulla via del ritorno in hotel notiamo un
sentierino che si immerge nelle palme. Decidiamo di prenderlo (se no che
esploratori saremmo?) e arriviamo davanti a una capanna. Dentro abita e lavora
un uomo che crea quadri con la sabbia. Arno, è questo il suo nome, è un vero artista (ha anche una
pagina su facebook, ma questo lo scopro in questo momento:
http://www.facebook.com/pages/Arno/68130167783)
perciò decidiamo di comprare lì tutti i nostri souvenir. Quadri grandi, medi,
piccoli, prendiamo tutto quello che riusciamo. Torniamo al resort col nostro
bottino, molto molto felici!
E così, tra grandi mangiate, grandi nuotate, una serata tipica all'hotel con
ballerini/e in gonnellino, e la sorpresa di vedere un cielo stellato veramente,
tanto da rimanere letteralmente a bocca aperta, concludiamo il nostro viaggio
di nozze. A parer mio, il viaggio di nozze più bello che possa esistere, almeno
per me!
Qualche notizia pratica:
- abbiamo alloggiato al
Kia Ora Rangiroa, caro, ma all'epoca l'unico. Esiste anche la versione Sauvage, senza comodità nè elettricità
- voli interni operati da
Air Tahiti Nui