Mi scuso già per il post di oggi, che è un post un po' difficile, perché cade in un giorno un po' difficile...
Quando mi appassiono tanto ad una cosa, o ad un Paese in questo specifico caso, mi capita non solo di pensarci continuamente, informarmi su qualsiasi cosa utile da sapere, cercare immagini e così via, ma soprattutto mi capita di parlarne molto. Qui entra in gioco la bravura prima di tutto del Maritino, che con pazienza mi ascolta e condivide i miei pensieri, e poi di tutti quelli che si parano sul mio cammino per i motivi più svariati e che quindi non sempre hanno a che fare con me per questioni riguardanti il viaggiare. Con queste persone probabilmente dovrei limitarmi a evitare il discorso, o al più ad accennare qualcosa in maniera fugace, ma non riesco. Se poi trovo davanti a me qualcuno che si interessa davvero, che comincia a condividere un po' la passione, che continuamente mi chiede informazioni e notizie, non posso fare a meno di infervorarmi sempre di più.
Capita che un giorno vidi alcune foto della Cambogia e del Vietnam e fu amore a prima vista. I siti archeologici di Angkor, il mare della baia di Halong, i sorrisi puliti che vedevo ovunque mi hanno talmente invogliato ad andarci che non riuscivo a togliermi dalla testa un viaggio in quelle belle terre. E così cominciò la mia fissa. E cominciai a parlarne molto, tanto da trasmettere la voglia anche ad un giovane poi diventato amico, con cui mi trovavo a condividere un'esperienza di lavoro. Ogni giorno mi chiedeva notizie, mi diceva anche che sarebbe voluto andare, magari insieme, per condividere la bellezza di cui tanto avevamo parlato.
Capita che oggi è il secondo anniversario della morte di questo amico, che la Cambogia e il Vietnam ora li vede da una prospettiva decisamente più alta. E succede anche che il mio desiderio di andarci non è svanito, ci voglio davvero davvero andare, però tra un po'.
Per chi proprio non riesce a stare fermo, per chi ha bisogno di lasciarsi ispirare, per chi è curioso di sapere e di scoprire, per chi è in cerca di qualche occasione...per chi, come me, ama viaggiare!
Tra vent'anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite. (Mark Twain)
I suggerimenti del mese
mercoledì 31 agosto 2016
martedì 30 agosto 2016
Baile Átha Cliath...ovvero Dublino!
Una nota tecnica... se volete godere appieno del post, leggetelo ascoltando questo.
I compleanni, ormai lo sapete, sono solo il pretesto per alleviare con la gioia di un viaggio il cruccio dell'età che avanza. Quest'anno avevo deciso di fare una sorpresa super al Maritino (super) stupendolo con una meta da lui a lungo sognata: Dublino.
Dublino è M E R A V I G L I O S A!!! L'abbiamo amata dall'uscita dall'aeroporto fino a quando ci siamo ritornati due giorni dopo. Il nostro è stato davvero un viaggio mordi e fuggi perchè il compleanno del Maritino cade in un periodo di lavoro frenetico, ma abbiamo avuto la tentazione appena arrivati a casa di prenotare un altro viaggio entro l'anno.
La libreria del Trinity lascia senza parole, ci siamo seduti ad ammirare i volumi antichi, ad annusare l'aria densa di storia, di tradizione. E mi sono anche commossa e non solo perchè sono una piagnona, ma perchè è veramente un bel posto. La mostra del Book of Kells, poi, è incredibile e culmina con la visione preziosa di una pagina del libro originale, assolutamente protetto ma ben godibile. Le pagine esposte vengono girate e quindi cambiano periodicamente in modo che il libro non si rovini in alcun modo (qui qualche informazione). Sono uscita dal Trinity college solo perchè avevamo prenotato la visita alla Guinness Storehouse, se no penso che sarei rimasta lì. A lungo. Forse per sempre.
Andiamo in O'Connel Street a comprare una Leap Card (davvero conveniente!!!), prendiamo il bus e raggiungiamo la fabbrica della Guinness (qui il link) dove c'è un mare di gente. Riusciamo comunque a fare il giro muniti di audioguida godendo anche della degustazione in una particolare stanza olfattiva, anche se rimaniamo un po' delusi dal Gravity Bar. O meglio, non delusi dal bar quanto dalla quantità di folla. Non si riusciva a girare e abbiamo sostato davanti alle famose finestre panoramiche per pochi minuti. Poi abbiamo consumato la nostra birra Guinness, fatto acquisti e siamo ritornati in centro. Quindi giro alla St Patrick's Cathedral, con tanto di pozzo di San Patrizio, Grafton Street e poi ci perdiamo volutamente per quelle bellissime strade, comprando un po' di souvenir (sono veramente ben organizzati da quel punto di vista) e immergendoci ancora nell'atmosfera di questa bella città. Mangiamo e poi decidiamo di sfruttare sauna e idromassaggio della nostra camera (c'è stato anche un intoppo con l'acqua calda per cui siamo dovuti andare a fare la doccia in un'altra stanza, forse una ghiacciaia data la temperatura, ma va beh).
Il giorno dopo dobbiamo partire presto, purtroppo, ed è ora di tirare le somme. Quando siamo arrivati abbiamo avuto l'impressione di una città "intelligente", se si può definire così un luogo, e non siamo stati smentiti. Dublino è da vedere per tanti motivi. Innanzitutto l'atmosfera. Non solo è una città universitaria, ma è una città in cui l'università è al centro, è una parte importante non solo per chi ci lavora o studia ma anche per i cittadini che si danno appuntamento sotto il grande orologio. Questo porta a vedere davvero tanti, tantissimi giovani che rendono ovviamente vitale e operosa la città. I pub sono un'esperienza da provare, con la loro musica e i loro piatti. E la birra. Tanta birra. E il gaelico, che è strambo e bellissimo.
Dublino, aspettaci che torniamo presto!
I compleanni, ormai lo sapete, sono solo il pretesto per alleviare con la gioia di un viaggio il cruccio dell'età che avanza. Quest'anno avevo deciso di fare una sorpresa super al Maritino (super) stupendolo con una meta da lui a lungo sognata: Dublino.
Il progetto era fargli una sorpresa il giorno del compleanno, regalandogli una serie di indizi culminanti con una guida di Dublino e rivelazione della meta.
In realtà ho tenuto la sorpresa per mesi fin quando un perfetto estraneo gliel'ha spiattellata in faccia, smorzando un po' il mio entusiasmo e i miei sforzi di tacere. La sua felicità però non è stata intaccata e la sorpresa, anche se purtroppo non ho visto la sua faccia, è stata grande.
la statua di Oscar Wilde |
Essendo praticamente tutta esplorabile a piedi, non perdiamo tempo e appena arrivati decidiamo di sfruttare ancora il pomeriggio. Perciò lasciamo il nostro inseparabile zainone nella camera del B&B prenotato e siamo andati dritti al centro. Siamo subito andati a piedi a Marrion Square e abbiamo visto la casa in cui alloggiò Oscar Wilde. Proprio davanti ci sono i giardini di Leinster House in cui c'è la statua del celebre scrittore. Abbiamo poi raggiunto la Christ Church Cathedral (che era in chiusura per le prove del coro, quindi solo sbirciatina veloce), il Castello e la City Hall e poi cena irlandese in un pub con tanto di musica dal vivo e dopo cena al celebre Temple Bar (qui il link).
Ho bevuto lì l'Irish coffee più buono della mia vita, l'atmosfera è allegra e coinvolgente, c'era musica dal vivo, tutti cantavano e la confusione che nasce dallo stipare 100 persone nello spazio di 20 è invitante e per nulla opprimente. Non ce ne saremmo più andati. Ma eravamo stanchi e il giorno dopo ci aspettava di nuovo una gran bella giornata. Perciò di corsa a vedere il famoso Ha' Penny Bridge, costruito all'inizio del 1800 e chiamato così perche il pedaggio era esattamente di "half penny", e poi tra le braccia di Morfeo.
Trinity college...si diventa più intelligenti solo entrando |
Il programma del giorno 2 prevede al mattino la visita al Trinity College (qui il link) con mostra del Book of Kells. Penso, sono strasicura anzi, che sia stato uno dei momenti più emozionanti che abbia mai vissuto in viaggio. Siamo andati al mattino prestissimo di un giorno in cui diversi ragazzi si laureavano e vedere la loro emozione e passeggiare per il campus, il campo di rugby, sbirciare per capire qualcosa delle aule, dei dormitori... siamo stati davvero fortunati.
libreria del Trinity, sfocatura da emozione |
Guinness Storehouse |
il (probabile) pozzo di San Patrizio |
So che non abbiamo visto moltissimo rispetto a tutto quello che offre ed era difficile per una nuova città farsi spazio nel mio cuore, ma Dublino ci è decisamente riuscita!
Un po' di informazioni pratiche.
Abbiamo alloggiato alla Leeson Guesthouse, vicinissima al centro tanto da poter andare a piedi se non si è pigri. Essendo un'occasione importante avevo prenotato la camera più bella con sauna e vasca idromassaggio con una bella finestra grande sulla città. Qui il link al sito, io come al solito ho prenotato su booking.com.
Abbiamo volato con la compagnia irlandese, la Aer Lingus, volo in orario, personale gentile, abbiamo viaggiato bene.
Abbiamo girato la città molto a piedi e per gli spostamenti più grandi abbiamo comprato una Leap Card (qui il link), vantaggiosa in generale. Essendo andati nel 2016, centenario del tentativo di indipendenza con la Rivolta di Pasqua (qui qualche notizia), abbiamo potuto comprare la Leap Card Family, super super vantaggiosa (qui il link).
Dublino, aspettaci che torniamo presto!
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lunedì 29 agosto 2016
Bagan
Ci sono posti che uno si ripromette di voler vedere a tutti i costi, perché li ha visti di sfuggita in foto o alla tv o magari ne ha sentito parlare da qualcuno in modo così entusiasmante da appassionarsi a sua volta. Devo dire la verità, di questo posto ho sentito parlare in tempi relativamente più recenti, o comunque più recenti rispetto ai suoi "colleghi". Resta il fatto che da quando ne ho sentito parlare ma soprattutto da quando ho visto le foto me ne sono innamorata.
Di Bagan si è parlato (non troppo a dir la verità) in questa ultima settimana a causa del terremoto che ha colpito il Myanmar e che, oltre ad aver causato molte morti, ha distrutto parte di quei bellissimi templi. A Bagan di templi ce n'erano più di 13.000, tra pagode e strutture religiose. Il luogo occupa una superficie di circa 42 Km quadrati ed è a dir poco spettacolare. Chi c'è stato o chi è stato ad Angkor in Cambogia saprà quanto è affascinante perdersi tra le rovine di questi antichi luoghi religiosi la cui edificazione risale al XI secolo e regala un'atmosfera unica, come tante volte capita nei luoghi di culto del Sud Est Asiatico.
Oggi a Bagan parte di tutto quello che ha resistito per secoli non c'è più. Ma è comunque bellissima e ancora ammaliatrice, come chi è ferito riesce ad essere, nella dignità che il tempo regala a chi, o cosa, merita. Quindi io a Bagan continuo a voler andare. Se non altro per vedere se Tiziano Terzani aveva ragione quando diceva "Bagan è uno di quei luoghi che ti rende fiero di appartenere alla razza umana".
Per info molto approfondite sul sito archeologico di Bagan, leggete qui.
Per le foto ringrazio Wikipedia, che mi viene in aiuto fin quando non ci andrò io.
Di Bagan si è parlato (non troppo a dir la verità) in questa ultima settimana a causa del terremoto che ha colpito il Myanmar e che, oltre ad aver causato molte morti, ha distrutto parte di quei bellissimi templi. A Bagan di templi ce n'erano più di 13.000, tra pagode e strutture religiose. Il luogo occupa una superficie di circa 42 Km quadrati ed è a dir poco spettacolare. Chi c'è stato o chi è stato ad Angkor in Cambogia saprà quanto è affascinante perdersi tra le rovine di questi antichi luoghi religiosi la cui edificazione risale al XI secolo e regala un'atmosfera unica, come tante volte capita nei luoghi di culto del Sud Est Asiatico.
Oggi a Bagan parte di tutto quello che ha resistito per secoli non c'è più. Ma è comunque bellissima e ancora ammaliatrice, come chi è ferito riesce ad essere, nella dignità che il tempo regala a chi, o cosa, merita. Quindi io a Bagan continuo a voler andare. Se non altro per vedere se Tiziano Terzani aveva ragione quando diceva "Bagan è uno di quei luoghi che ti rende fiero di appartenere alla razza umana".
Per info molto approfondite sul sito archeologico di Bagan, leggete qui.
Per le foto ringrazio Wikipedia, che mi viene in aiuto fin quando non ci andrò io.
mercoledì 24 agosto 2016
Info
La giornata di oggi si è aperta con la notizia terribile del terremoto che ha colpito il centro Italia. È proseguita con la notizia del terremoto in Myanmar e sul calar della giornata si è aggiunta la notizia della bomba esplosa in Thailandia (che poi, senza fare polemica o politica o fantaeconomia che tanto non sono capace, la natura non la possiamo fermare nè comandare ma le azioni, quelle sì!). È stata una giornata disastrosa, triste, dominata dalla paura e dall'incertezza. Cerchiamo di ragionare facendoci spingere un po' dalla speranza. A questo link trovate la pagina della Croce Rossa Italiana a cui si può donare tramite bonifico. Non sono numeri telefonici e forse sarà meno immediato, ma utile. Ciò che ora si può fare, di assolutamente pratico e non di intralcio, è sbloccare le reti wifi delle zone interessate e donare sangue.
È una giornata strana. Passo e chiudo.
martedì 23 agosto 2016
Crazy brunch
Il nostro crazy brunch in tavola |
Gli ingredienti |
Quindi cosa si può fare di meglio in un giorno di vacanza di mezza estate (quasi fine in realtà), quando non si ha voglia di uscire ma di fare qualcosa di diverso? La risposta per noi è stata: brunch! Era da un po' che volevamo organizzarne uno ma ci mancava il tempo per farlo per bene e in tutta calma, quindi abbiamo un po' poltrito e poi abbiamo cucinato il nostro folle "pranzocolazione". All'inizio avrebbe dovuto essere un brunch all'inglese, simile a quello che la nostra amica ci aveva preparato a Londra, poi è diventato anche un po' americano e mi sa che alla fine abbiamo fatto un miscuglio infilandoci anche qualche elemento tedesco (ma ehi, qui le salsicce inglesi non si trovano, mentre di tedesche ce n'è in abbondanza perciò...) e forse anche italiano (sì, non si trova neanche un formaggio inglese come si deve, e abbiamo preferito andare sull'italico).
Il Maritino che affetta il bacon |
Pane tostato con fagioli e formaggio a fette (non sottilette, formaggio formaggio),
Pane brown tostato con salsa di avocado (avocado schiacciato con limone, olio, sale e spolverata di paprika),
Salsicce aromatizzate (dovevano essere inglesi, ma erano tedesche e non ho idea di cosa contenessero, ma erano buonissime),
Scrambled eggs (ok, uova strapazzate ma mi piace di più il termine scrambled che strapazzato),
Bacon,
Pancakes con frutta fresca e crema di nocciole, per un tocco dolce e perché ci piacciono da matti.
Il tutto insieme a succo d'ananas, acqua fresca e tavolino sotto l'ombrellone sul terrazzo, perchè se deve sembrare vacanza lo deve sembrare per bene!
Pronto per essere divorato |
lunedì 22 agosto 2016
In vacanza con papà
«Sono solo due settimane».
Il tono di mia madre era cordiale e molto deciso. Già dall'inizio della telefonata avevo avuto una pessima sensazione.
«Ed è tuo padre. Altre ragazze sarebbero contente».
«Mamma, ma quali ragazze? Ho quarantacinque anni!»
Se ci fosse qualcuno in cerca di una bella storia da portare ancora sotto l'ombrellone, di un mix di giallo - rosa - avventura - commedia per ridere e godersi le vacanze, "In vacanza con papà" di Dora Heldt è il libro che ci vuole. Tanto per cominciare appartiene alla letteratura nord europea, pertanto ha uno stile che trovo asciutto e che perciò, a mio avviso, fa emergere ancora meglio le situazioni comiche. Poi mostra dei luoghi di vacanza assolutamente usuali per chi abita o bazzica la Germania soprattutto a nord, a cui però non si pensa spesso. E questo permette di viaggiare per bene accompagnati dalla voce dell'autrice che ci fa scoprire un bel pezzetto della sua terra.
Il libro, molto molto divertente, è un viaggio che un papà e la figlia quarantenne, che aveva in programma ben altra compagnia, si trovano a condividere data la temporanea infermità della mamma. Non si può dire che sia un papà rilassato e tranquillo, a cui piace godersi la vacanza con le mani in mano. Diciamo che appartiene di più a quella schiera di papà che se non c'è niente da fare se lo crea, tanto da improvvisarsi anche poliziotto per sventare, insieme ad un gruppo di allegri pensionati, una probabile, anzi assolutamente sicura, truffa. Se poi di mezzo c'è un avvenente e possibile pretendente della figlia, che però forse altro non è che un gran bugiardo, la vicenda diventa complicata. Ma, per nostra fortuna, estremamente comica.
I luoghi di questa avventura sono le isole Frisone, nel Mar del Nord, e una deliziosa pensione a Norderney, dove sole e natura sono protagonisti. Almeno fino a quando non fanno il loro ingresso dei "vecchietti" un po' impertinenti...
«A quanto pare era tutto già deciso, sarei andata in vacanza con mio padre. Per la prima volta dopo trent'anni. L'ultimo viaggio era finito nell'area di servizio di Kassel, dove lui mi aveva lasciato per motivi pedagogici. Lo ammetto, sono stata un'adolescente difficile; ma Kassel era davvero troppo per chiunque. Anche se dopo mezz'ora era tornato a prendermi e si era sentito in colpa per le tre settimane successive. E ora, dopo trent'anni, si ricominciava. Almeno stavolta non dovevamo passare per Kassel».
Come al solito questa non è una recensione, ma un mio personalissimo parere. Il volume che ho letto è edito da Salani e tradotto da Valentina Daniele.
Per le foto ringrazio Wikipedia, eccetto per quella del libro, che è tutta mia.
Il tono di mia madre era cordiale e molto deciso. Già dall'inizio della telefonata avevo avuto una pessima sensazione.
«Ed è tuo padre. Altre ragazze sarebbero contente».
«Mamma, ma quali ragazze? Ho quarantacinque anni!»
Se ci fosse qualcuno in cerca di una bella storia da portare ancora sotto l'ombrellone, di un mix di giallo - rosa - avventura - commedia per ridere e godersi le vacanze, "In vacanza con papà" di Dora Heldt è il libro che ci vuole. Tanto per cominciare appartiene alla letteratura nord europea, pertanto ha uno stile che trovo asciutto e che perciò, a mio avviso, fa emergere ancora meglio le situazioni comiche. Poi mostra dei luoghi di vacanza assolutamente usuali per chi abita o bazzica la Germania soprattutto a nord, a cui però non si pensa spesso. E questo permette di viaggiare per bene accompagnati dalla voce dell'autrice che ci fa scoprire un bel pezzetto della sua terra.
Il libro, molto molto divertente, è un viaggio che un papà e la figlia quarantenne, che aveva in programma ben altra compagnia, si trovano a condividere data la temporanea infermità della mamma. Non si può dire che sia un papà rilassato e tranquillo, a cui piace godersi la vacanza con le mani in mano. Diciamo che appartiene di più a quella schiera di papà che se non c'è niente da fare se lo crea, tanto da improvvisarsi anche poliziotto per sventare, insieme ad un gruppo di allegri pensionati, una probabile, anzi assolutamente sicura, truffa. Se poi di mezzo c'è un avvenente e possibile pretendente della figlia, che però forse altro non è che un gran bugiardo, la vicenda diventa complicata. Ma, per nostra fortuna, estremamente comica.
I luoghi di questa avventura sono le isole Frisone, nel Mar del Nord, e una deliziosa pensione a Norderney, dove sole e natura sono protagonisti. Almeno fino a quando non fanno il loro ingresso dei "vecchietti" un po' impertinenti...
«A quanto pare era tutto già deciso, sarei andata in vacanza con mio padre. Per la prima volta dopo trent'anni. L'ultimo viaggio era finito nell'area di servizio di Kassel, dove lui mi aveva lasciato per motivi pedagogici. Lo ammetto, sono stata un'adolescente difficile; ma Kassel era davvero troppo per chiunque. Anche se dopo mezz'ora era tornato a prendermi e si era sentito in colpa per le tre settimane successive. E ora, dopo trent'anni, si ricominciava. Almeno stavolta non dovevamo passare per Kassel».
Come al solito questa non è una recensione, ma un mio personalissimo parere. Il volume che ho letto è edito da Salani e tradotto da Valentina Daniele.
Per le foto ringrazio Wikipedia, eccetto per quella del libro, che è tutta mia.
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martedì 16 agosto 2016
Londra nel cuore
"London is always a good idea" recita un celebre jingle. Ed è vero, verissimo per me, che appena posso cerco un volo e vado. E se è vero che poco va bene, tanto è molto meglio, ma pochissimo è meglio di niente, le ultime volte abbiamo sperimentato la formula due giorni/una notte e devo dire che è stato breve ma molto, molto bello.
Cosa si può fare dunque in 24 ore nette in una città che offre così tanto come Londra? Innanzitutto, trovare un hotel o una sistemazione centrale per limitare il tempo degli spostamenti. La metro e in generale i mezzi pubblici funzionano benissimo (e poi quanto è divertente girare sul piano alto del celebre Double Decker?!?), ma quando si hanno ore limitate è importante poterne spendere quante più possibile in ciò che ci piace. Noi abbiamo escluso questa volta anche i musei, prima di tutto perché li avevamo già visti e, anche se io passerei ore nel British Museum, poi bisogna fare delle scelte. Perciò tappe al Big Ben, Westminster Abbey, Piccadilly Circus e infine appuntamento con gli amici a Notting Hill per una birra nel famoso e antico pub "The Churchill Arms" (qui il link). Il pub è tra i più antichi di Londra, costruito nel 1750, e deve il nome al fatto che i genitori di Churchill erano avventori abituali, tanto che all'interno è pieno di oggetti che ricordano il grande politico. Per di più è anche il primo pub inglese a offrire cibo thailandese. Costantemente affollato, vale la pena assolutamente farci un salto, fosse anche perché è molto caratteristico.
Piccolo giro a Oxford Street, perché la notte è giovane, e poi si crolla miseramente dal sonno, perché la notte è sì giovane, ma noi siamo tanto stanchi. La mattina dopo comincia con la bella vista delle acrobazie di due scoiattoli su un albero proprio davanti alla nostra finestra, poi caffè, un salto alla stazione di King's Cross per vedere il binario 9 e 3/4 e di nuovo appuntamento con i nostri amici. Questa volta è per un brunch, la colazione mista pranzo che, da quando l'abbiamo scoperta, non abbiamo più lasciato. Il posto in cui abbiamo appuntamento è proprio dietro la stazione di Harry Potter e si chiama "The Caravan" (qui il link). Abbiamo provato un vero English brunch, ottimo, con un servizio celere e gentile. Mentre aspettavamo che ci arrivasse il messaggio per il tavolo libero abbiamo preso un caffè davvero buono. Insomma un posto che consiglio assolutamente!
Purtroppo dopo un giro insieme ai nostri amici, che ci fanno vedere angoli altrimenti ignorati ma incantevoli, è ora di andare in aeroporto.
Londra è la mia città del cuore, non posso farne a meno e solo a ricordare i bei momenti che ci regala ogni volta mi viene di nuovo voglia di andare. In realtà non mi passa mai.
Poi l'ultima volta che siamo stati, a giugno, abbiamo anche visto la Regina e la Royal Family al completo, ma questa è un'altra storia...
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sabato 13 agosto 2016
Guacamole che passione!
Inizio il post con il chiedere scusa agli amici messicani...amo la vostra cucina immensamente, probabilmente è quella che amo di più in effetti, e quindi è anche quella che il Maritino e io riproduciamo più spesso, o meglio tentiamo di riprodurre. Ed è per questo che chiedo la vostra gentile comprensione! Devo dire che il Guacamole ormai è un mio cavallo di battaglia, lo faccio spesso, lo spazzoliamo in pochi minuti e ci dà un'immensa soddisfazione. Questa volta abbiamo provato ad abbinare anche Tacos con Chili di carne e fagioli, panna acida e formaggio piccante, e soprattutto abbiamo tentato di fare il Margarita. Dunque il risultato è stato buono, come gusto, forte, come bevanda, e incredibilmente divertente. Vi dico la mia ricetta di Guacamole (che tra l'altro ha origini antiche, forse lo possiamo addirittura attribuire agli Aztechi), che so non essere quella originale, ma vi assicuro che è buonissima. Per i Tacos non posso scrivere nessuna ricetta perché li abbiamo trovati già belli e pronti, così come il Chili che abbiamo solo cotto e insaporito a nostro piacimento. Abbiamo preso un Taco, ben più di uno ma non facciamo sottigliezze, messo qualche foglia di lattuga, il Chili, la panna acida, ci abbiamo grattugiato un po' di formaggio piccante e abbiamo gustato i nostri Tacos, accompagnati da Guacamole e Margarita.
Quindi per il Guacamole questo è quello che utilizzo:
2 avocado
1 pomodoro
Mezza cipolla piccola
Mezzo llime o uno se è piccino (buccia grattugiata e succo)
Mezzo spicchio d'aglio
Sale
Pepe (a volte anche peperoncino)
1 cucchiaio d'olio (se l'avocado è maturo ne metto meno)
Frullo tutto e via, facile e buonissimo! Assaggio e poi aggiusto se mi accorgo che manca qualcosa.
Ed ecco la foto della nostra cena messicana.
Quindi per il Guacamole questo è quello che utilizzo:
2 avocado
1 pomodoro
Mezza cipolla piccola
Mezzo llime o uno se è piccino (buccia grattugiata e succo)
Mezzo spicchio d'aglio
Sale
Pepe (a volte anche peperoncino)
1 cucchiaio d'olio (se l'avocado è maturo ne metto meno)
Frullo tutto e via, facile e buonissimo! Assaggio e poi aggiusto se mi accorgo che manca qualcosa.
Ed ecco la foto della nostra cena messicana.
venerdì 12 agosto 2016
Bella Thai
Di solito non entro mai in merito alle azioni orribili che accadono nel mondo, bombe massacri omicidi vari, non perché non mi interessi, tutt'altro, ma perché preferisco concentrare la mia attenzione sulle bellezze che nel mondo ci sono e che spesso, troppo spesso, vengono coperte e dimenticate a causa dell'orrore che, ahimè, fa più baccano. Neanche questa volta parlerò, nè tantomeno mi esprimerò, a proposito di quello che è successo ieri in Thailandia. Però, dal momento che sto organizzando un super mega bellissimo viaggio lì, vorrei che conosceste una realtà bella. Di quelle che quando le scopri sorridi, ti cade anche magari qualche lacrima e ringrazi che ci siano. E ringrazi di poter far parte di quella bella storia lì anche solo per pochi giorni.
The Chai Lai Orchid (qui il link) vicino a Chang Mai è, oltre ad un posto splendido in mezzo alla foresta, un'opportunità! Un'opportunità per le donne a rischio di turismo sessuale di non esserne vittime, un'opportunità per gli elefanti maltrattati di ricevere cure, attenzioni e coccole, un'opportunità per chi soggiorna di stare in mezzo alla foresta, con gli elefanti che ti passeggiano davanti, di cui magari ti sei preso cura durante il giorno, facendo due chiacchiere con queste ragazze che stanno imparando un mestiere e la lingua inglese, ma che soprattutto stanno imparando il valore che hanno e il bel futuro che possono avere. Ho preso contatti con loro e devo dire che la fondatrice del resort è organizzata e molto determinata, proviene da un mondo molto diverso, un mondo fatto di fretta, lavoro, grandi città. Val la pena farci un salto secondo me. Io proverò, poi scriverò e racconterò dettagliatamente la nostra avventura thailandese, nel frattempo oggi guardiamo queste bellezze, concentriamoci sul bene, che forse è l'unica risorsa che abbiamo per non farci sopraffare dall'orrore.
The Chai Lai Orchid (qui il link) vicino a Chang Mai è, oltre ad un posto splendido in mezzo alla foresta, un'opportunità! Un'opportunità per le donne a rischio di turismo sessuale di non esserne vittime, un'opportunità per gli elefanti maltrattati di ricevere cure, attenzioni e coccole, un'opportunità per chi soggiorna di stare in mezzo alla foresta, con gli elefanti che ti passeggiano davanti, di cui magari ti sei preso cura durante il giorno, facendo due chiacchiere con queste ragazze che stanno imparando un mestiere e la lingua inglese, ma che soprattutto stanno imparando il valore che hanno e il bel futuro che possono avere. Ho preso contatti con loro e devo dire che la fondatrice del resort è organizzata e molto determinata, proviene da un mondo molto diverso, un mondo fatto di fretta, lavoro, grandi città. Val la pena farci un salto secondo me. Io proverò, poi scriverò e racconterò dettagliatamente la nostra avventura thailandese, nel frattempo oggi guardiamo queste bellezze, concentriamoci sul bene, che forse è l'unica risorsa che abbiamo per non farci sopraffare dall'orrore.
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martedì 9 agosto 2016
Mykonos...buona, anzi buonissima, la prima!
Piccola nota prima della lettura. Penso che sia più bello leggere il post con questo in sottofondo, vi sembrerà di esserci!
Sapete quando avete voglia "solo" di staccare la spina, cercare relax e divertimento, natura che ti sfinisca gli occhi per la bellezza e una vacanza scaccia pensieri? Ecco, se avete necessità di tutte queste cose, o una sola, o anche se volete vedere un'isola davvero davvero davvero bellissima, andate a Mykonos.
Due anni fa (e anche l'anno scorso, ma lo racconterò in un altro post) il Maritino ed io sentivamo l'esigenza di isolarci, in tutti i sensi, di diventare ostaggi del mare e del relax. Quindi, guardando un po' le mete in cui non eravamo stati, comparando i costi e lasciandoci trascinare dai bei pareri di chi ci era già stato abbiamo deciso di volare 9 giorni nella bella isola delle Cicladi.
Piccola divagazione tecnica. Abbiamo volato con Easyjet e abbiamo alloggiato ai Maganos Apartments, a Agia Anna, Paraga, in un appartamento delizioso con vista favolosa e piscina (prenotato su Booking.com, ma ora si trovano su Airbnb). Ci saremmo ritornati anche l'anno successivo ma è stato impossibile ritrovarli. Se dovessimo tornare a Mykonos, e succederà, ritorneremmo sicuramente lì! E siamo andati dal 24 settembre al 2 ottobre, ultimo volo di rientro.
La prima cosa che ci ha colpiti atterrando è stato il vento. Caldo, potentissimo. Già in fase di atterraggio, tra un sobbalzo e l'altro, vedevamo il mare incresparsi e la terra brulla, arsa, scura, che insieme al blu del mare crea un contrasto meraviglioso. E i colori delle case, bianche con le imposte in ogni sfumatura di azzurro...eravamo già conquistati. Dopo aver aspettato (invano) che ci venissero a recuperare, abbiamo diviso un taxi con una coppia di ragazzi che alloggiavano nel nostro stesso posto. E lì il primo assaggio della guida, diciamo sportiva dai, degli autisti dell'isola. Stradine strettissime, a tratti sterrate, in continua salita e discesa, prese con una velocità folle...prendendo il bus i giorni successivi, abbiamo imparato davvero a goderci i trasporti come giostre di un luna park e a ridere di gusto ad ogni discesa.
Arriviamo al nostro appartamento, pulitissimo, disfiamo gli zaini e per la prima volta do un'occhiata al panorama. Che non si può descrivere il mare quando è così blu, e così "tanto", così protagonista. Da rimanere estasiati. Quando arriva il tramonto poi...non so quante foto ho fatto di questo incantevole tramonto. Vogliamo subito andare a Mykonos town, e la proprietaria ci spiega dove poter prendere i bus ma poi ci accompagna direttamente. E qui, la meraviglia. Il tramonto, il mare, le luci che cominciano ad accendersi e la città così bianca, pulita, pullulante di gente, con tutti i negozi aperti...rimaniamo incantati! Giriamo e ci perdiamo tra le varie stradine, vediamo i mulini, il porto, "little Venice", mangiamo di corsa, prendiamo un bus e torniamo a casa, felici.
Dopo una notte di sonno davvero profondo, la mattina ci svegliamo con un tempo orribile, piove e c'è vento, insomma rimaniamo in casa (ho brontolato, lo ammetto) fino a fine mattinata, quando la pioggia si calma un po'. Prendiamo il bus, che ferma a due passi da noi, è economico e con orari buonissimi e ci dedichiamo alla scoperta di Mykonos town di giorno. Compriamo qualche cosa (è impossibile non comprare, penso ci siano anche riscontri scientifici!), mangiamo e torniamo a casa.
Dopo un po' di piscina, che era tardi per andare al mare, scendiamo (gli appartamenti sono alla fine di una piccola salita, altrimenti non godrebbero di tali panorami) alla taverna di Nikolas. Senza tema di smentita, è il posto più buono in cui mangiare. La sua mussaka, gli spiedoni di carne, abilmente cotti dal papà di Nicolas, e la feta al forno me li sogno ancora oggi. Il servizio è gentilissimo, mangi con i piedi sulla sabbia se vuoi, la famiglia dei proprietari è unica, offrono sempre il dolce e un liquore tipico. Tantissime volte pensiamo di andare a trascorrere un week end a Mykonos anche solo per mangiare da Nicolas. Che poi si diventa anche un po' amici e questo rende la vacanza ancora più bella.
I giorni scorrono essenzialmente alla spiaggia di Platys Gialos, con qualche incursione a Psarou, che sono a nostro avviso quelle più belle. Ci godiamo il sole, il vento, che se non ci fosse si cuocerebbe, il mare con i pesci, anche quelli che morsicano feroci le caviglie, usciamo la sera e svuotiamo la testa. Un giorno affittiamo una macchina per esplorare l'isola per intero. Abbiamo girato tutte, e lo dico in senso letterale, le strade asfaltate e sterrate presenti. In alcuni punti, davanti a discese pazzesche, ho avuto paura che la nostra piccola macchinina ci desse forfait, invece ha resistito.
Una sera, Nicolas ci avverte di una festa di una azienda svedese che avrebbe occupato l'intero locale. Potevamo anticipare la cena o non andare. Non ci abbiamo pensato un secondo. Doccia, recuperiamo anche i due ragazzi con cui abbiamo diviso il taxi il primo giorno e andiamo a mangiare. Quando vediamo il locale riempirsi di ragazzoni e ragazzone tutti vestiti in costumi vari, capiamo che la festa è cominciata, e noi ci siamo finiti dentro. Veniamo coinvolti in balli, bevute e allegria, per tutta sera. Sinceramente non ricordo a che ora siamo andati a casa, ricordo che la cena ci è stata offerta dal capo dell'azienda in persona, con cui abbiamo parlato e bevuto a lungo. Ma il ricordo che porto nel cuore con più gioia, insieme alla sensazione di spensieratezza che tanto si cerca ma raramente si trova, è la bellissima amicizia con una coppia di ragazzi americani che vivono a Londra, anche loro rimasti nel locale durante la festa, ma estranei all'azienda come noi, con cui abbiamo creato da quella sera un'Amicizia speciale. Andiamo a trovarli a Londra spesso e parliamo come se ci conoscessimo da sempre. Alchimie strane che si verificano in presenza di felicità.
La serata è quasi a conclusione della vacanza, che ci regala ancora momenti di amicizia, bel mare e sole.
Cosa ci siamo portati via da Mykonos? Il regalo di una decina di giorni di testa vuota, il regalo di una natura che non ti lascia tempo neanche di pensare da quanto è prepotentemente bella, il regalo di girare per le piccole vie piene di colori ma anche di bianco, di fiori, di profumi, assolutamente liberi, il regalo di sentirsi al sicuro, il regalo del conforto che un'Amicizia bella sa dare. E sì, anche tantissimi regalini, decisamente più materiali, ma che quando li guardo mi riportano là.
Piccola nota: Mykonos è bella a tutti i livelli. Noi non cerchiamo il divertimento sfrenato e non l'abbiamo fatto neanche lì, ma chi vuole può andare nelle spiagge di Paradise e SuperParadise che sono decisamente più scatenate, e far tardi insieme a tantissima gente. Insomma, abbiamo visto ragazzi in viaggio di post maturità, famiglie con bambini e coppie di anziani che a Mykonos trascorrono 6 mesi all'anno da 40 anni...tutti trovano il loro posto speciale, in quest'isola che speciale lo è veramente.
Sapete quando avete voglia "solo" di staccare la spina, cercare relax e divertimento, natura che ti sfinisca gli occhi per la bellezza e una vacanza scaccia pensieri? Ecco, se avete necessità di tutte queste cose, o una sola, o anche se volete vedere un'isola davvero davvero davvero bellissima, andate a Mykonos.
Due anni fa (e anche l'anno scorso, ma lo racconterò in un altro post) il Maritino ed io sentivamo l'esigenza di isolarci, in tutti i sensi, di diventare ostaggi del mare e del relax. Quindi, guardando un po' le mete in cui non eravamo stati, comparando i costi e lasciandoci trascinare dai bei pareri di chi ci era già stato abbiamo deciso di volare 9 giorni nella bella isola delle Cicladi.
Piccola divagazione tecnica. Abbiamo volato con Easyjet e abbiamo alloggiato ai Maganos Apartments, a Agia Anna, Paraga, in un appartamento delizioso con vista favolosa e piscina (prenotato su Booking.com, ma ora si trovano su Airbnb). Ci saremmo ritornati anche l'anno successivo ma è stato impossibile ritrovarli. Se dovessimo tornare a Mykonos, e succederà, ritorneremmo sicuramente lì! E siamo andati dal 24 settembre al 2 ottobre, ultimo volo di rientro.
La prima cosa che ci ha colpiti atterrando è stato il vento. Caldo, potentissimo. Già in fase di atterraggio, tra un sobbalzo e l'altro, vedevamo il mare incresparsi e la terra brulla, arsa, scura, che insieme al blu del mare crea un contrasto meraviglioso. E i colori delle case, bianche con le imposte in ogni sfumatura di azzurro...eravamo già conquistati. Dopo aver aspettato (invano) che ci venissero a recuperare, abbiamo diviso un taxi con una coppia di ragazzi che alloggiavano nel nostro stesso posto. E lì il primo assaggio della guida, diciamo sportiva dai, degli autisti dell'isola. Stradine strettissime, a tratti sterrate, in continua salita e discesa, prese con una velocità folle...prendendo il bus i giorni successivi, abbiamo imparato davvero a goderci i trasporti come giostre di un luna park e a ridere di gusto ad ogni discesa.
Arriviamo al nostro appartamento, pulitissimo, disfiamo gli zaini e per la prima volta do un'occhiata al panorama. Che non si può descrivere il mare quando è così blu, e così "tanto", così protagonista. Da rimanere estasiati. Quando arriva il tramonto poi...non so quante foto ho fatto di questo incantevole tramonto. Vogliamo subito andare a Mykonos town, e la proprietaria ci spiega dove poter prendere i bus ma poi ci accompagna direttamente. E qui, la meraviglia. Il tramonto, il mare, le luci che cominciano ad accendersi e la città così bianca, pulita, pullulante di gente, con tutti i negozi aperti...rimaniamo incantati! Giriamo e ci perdiamo tra le varie stradine, vediamo i mulini, il porto, "little Venice", mangiamo di corsa, prendiamo un bus e torniamo a casa, felici.
Dopo una notte di sonno davvero profondo, la mattina ci svegliamo con un tempo orribile, piove e c'è vento, insomma rimaniamo in casa (ho brontolato, lo ammetto) fino a fine mattinata, quando la pioggia si calma un po'. Prendiamo il bus, che ferma a due passi da noi, è economico e con orari buonissimi e ci dedichiamo alla scoperta di Mykonos town di giorno. Compriamo qualche cosa (è impossibile non comprare, penso ci siano anche riscontri scientifici!), mangiamo e torniamo a casa.
Dopo un po' di piscina, che era tardi per andare al mare, scendiamo (gli appartamenti sono alla fine di una piccola salita, altrimenti non godrebbero di tali panorami) alla taverna di Nikolas. Senza tema di smentita, è il posto più buono in cui mangiare. La sua mussaka, gli spiedoni di carne, abilmente cotti dal papà di Nicolas, e la feta al forno me li sogno ancora oggi. Il servizio è gentilissimo, mangi con i piedi sulla sabbia se vuoi, la famiglia dei proprietari è unica, offrono sempre il dolce e un liquore tipico. Tantissime volte pensiamo di andare a trascorrere un week end a Mykonos anche solo per mangiare da Nicolas. Che poi si diventa anche un po' amici e questo rende la vacanza ancora più bella.
I giorni scorrono essenzialmente alla spiaggia di Platys Gialos, con qualche incursione a Psarou, che sono a nostro avviso quelle più belle. Ci godiamo il sole, il vento, che se non ci fosse si cuocerebbe, il mare con i pesci, anche quelli che morsicano feroci le caviglie, usciamo la sera e svuotiamo la testa. Un giorno affittiamo una macchina per esplorare l'isola per intero. Abbiamo girato tutte, e lo dico in senso letterale, le strade asfaltate e sterrate presenti. In alcuni punti, davanti a discese pazzesche, ho avuto paura che la nostra piccola macchinina ci desse forfait, invece ha resistito.
Una sera, Nicolas ci avverte di una festa di una azienda svedese che avrebbe occupato l'intero locale. Potevamo anticipare la cena o non andare. Non ci abbiamo pensato un secondo. Doccia, recuperiamo anche i due ragazzi con cui abbiamo diviso il taxi il primo giorno e andiamo a mangiare. Quando vediamo il locale riempirsi di ragazzoni e ragazzone tutti vestiti in costumi vari, capiamo che la festa è cominciata, e noi ci siamo finiti dentro. Veniamo coinvolti in balli, bevute e allegria, per tutta sera. Sinceramente non ricordo a che ora siamo andati a casa, ricordo che la cena ci è stata offerta dal capo dell'azienda in persona, con cui abbiamo parlato e bevuto a lungo. Ma il ricordo che porto nel cuore con più gioia, insieme alla sensazione di spensieratezza che tanto si cerca ma raramente si trova, è la bellissima amicizia con una coppia di ragazzi americani che vivono a Londra, anche loro rimasti nel locale durante la festa, ma estranei all'azienda come noi, con cui abbiamo creato da quella sera un'Amicizia speciale. Andiamo a trovarli a Londra spesso e parliamo come se ci conoscessimo da sempre. Alchimie strane che si verificano in presenza di felicità.
La serata è quasi a conclusione della vacanza, che ci regala ancora momenti di amicizia, bel mare e sole.
Cosa ci siamo portati via da Mykonos? Il regalo di una decina di giorni di testa vuota, il regalo di una natura che non ti lascia tempo neanche di pensare da quanto è prepotentemente bella, il regalo di girare per le piccole vie piene di colori ma anche di bianco, di fiori, di profumi, assolutamente liberi, il regalo di sentirsi al sicuro, il regalo del conforto che un'Amicizia bella sa dare. E sì, anche tantissimi regalini, decisamente più materiali, ma che quando li guardo mi riportano là.
Piccola nota: Mykonos è bella a tutti i livelli. Noi non cerchiamo il divertimento sfrenato e non l'abbiamo fatto neanche lì, ma chi vuole può andare nelle spiagge di Paradise e SuperParadise che sono decisamente più scatenate, e far tardi insieme a tantissima gente. Insomma, abbiamo visto ragazzi in viaggio di post maturità, famiglie con bambini e coppie di anziani che a Mykonos trascorrono 6 mesi all'anno da 40 anni...tutti trovano il loro posto speciale, in quest'isola che speciale lo è veramente.
lunedì 8 agosto 2016
Curiosando a Rio de Janeiro
Mi piacciono tanto tanto le Olimpiadi. Vedere la felicità negli occhi di chi riesce a raggiungere un traguardo, anche non necessariamente una medaglia, di chi sa che ha appena migliorato il suo tempo, di chi, dopo mesi e anni di preparazione, finalmente riesce a esserci.
Per questo le seguo più che posso. Poi, essendo anche ospitate da un Paese che mi piace moltissimo, e primo del Sud America a ospitare le competizioni olimpiche, le guardo con ancora più gusto. Amo Rio de Janeiro e la sua baia, amo il verde e il blu, forti e intensi, amo il ballo e il ritmo che scorrono ovunque, amo i colori, i sorrisi.
L'ex capitale brasiliana detiene anche numerosi primati mondiali, eccone alcuni.
A Rio c'è il cielo più blu del mondo. Non è poesia, ma vera scienza. È stato infatti provato da uno studio condotto su venti destinazioni diverse.
A Rio c'è la giungla urbana più grande del mondo, il parco nazionale Floresta da Tijuca, grande ben 33 Km quadrati.
A Rio si festeggia il carnevale più grande del mondo, con 5 milioni di partecipanti. Non era difficile capirlo, ma il numero è impressionante.
A Rio c'è l'ottava biblioteca più grande del mondo. Ok, ottava, ma dai, del mondo intero!!!
A Rio si è svolta la partita di calcio più seguita del mondo. Nel 1950, nello storico stadio Maracanà (o Maracanã?) ben 173.850 spettatori paganti, più altri 20.000 senza biglietto, si radunarono per vedere la partita contro l'Uruguay nella finale dei campionati mondiali, che si rivelò la prima vittoria mondiale del Brasile.
La bella città carioca, poi, non detiene solo primati, ma anche tante curiosità. Come il nome, che significa "Fiume di Gennaio", anche se il fiume in realtà non è un fiume ma una baia. La stessa baia che tocca ben 15 città diverse, ospita più di 100 isole e vanta 53 spiagge diverse. E non è neanche la baia più grande del paese!
La superficie di Rio equivale a quella delle città di Vienna, Parigi e Madrid messe insieme e il suo lungomare di Copacabana e Ipanema è chiuso al traffico la domenica per permettere a pattinatori e ciclisti di avere la strada tutta per loro.
E tra l'altro, queste due famosissime località hanno ben 55 Km di spiagge. Oltre alle spiagge però, il Brasile è famoso per il ballo della Samba, le cui scuole si trovano in gran numero nelle favelas e di cui esiste addirittura un campionato suddiviso in serie, proprio come avviene per il calcio
Non so a voi, ma a me viene ancora più voglia di partire, sdraiarmi su una spiaggia con una bella Caipiriña gelata e ammirare la città ai piedi del Cristo Redentore.
Qui, qui (o qui per la versione originale) e qui potete trovare un po' di musica brasiliana, brani che a me piacciono molto e che sicuramente vi faranno entrare in clima, regalandovi una bellissima atmosfera...
Per questo le seguo più che posso. Poi, essendo anche ospitate da un Paese che mi piace moltissimo, e primo del Sud America a ospitare le competizioni olimpiche, le guardo con ancora più gusto. Amo Rio de Janeiro e la sua baia, amo il verde e il blu, forti e intensi, amo il ballo e il ritmo che scorrono ovunque, amo i colori, i sorrisi.
L'ex capitale brasiliana detiene anche numerosi primati mondiali, eccone alcuni.
A Rio c'è il cielo più blu del mondo. Non è poesia, ma vera scienza. È stato infatti provato da uno studio condotto su venti destinazioni diverse.
A Rio c'è la giungla urbana più grande del mondo, il parco nazionale Floresta da Tijuca, grande ben 33 Km quadrati.
A Rio si festeggia il carnevale più grande del mondo, con 5 milioni di partecipanti. Non era difficile capirlo, ma il numero è impressionante.
A Rio c'è l'ottava biblioteca più grande del mondo. Ok, ottava, ma dai, del mondo intero!!!
A Rio si è svolta la partita di calcio più seguita del mondo. Nel 1950, nello storico stadio Maracanà (o Maracanã?) ben 173.850 spettatori paganti, più altri 20.000 senza biglietto, si radunarono per vedere la partita contro l'Uruguay nella finale dei campionati mondiali, che si rivelò la prima vittoria mondiale del Brasile.
La bella città carioca, poi, non detiene solo primati, ma anche tante curiosità. Come il nome, che significa "Fiume di Gennaio", anche se il fiume in realtà non è un fiume ma una baia. La stessa baia che tocca ben 15 città diverse, ospita più di 100 isole e vanta 53 spiagge diverse. E non è neanche la baia più grande del paese!
La superficie di Rio equivale a quella delle città di Vienna, Parigi e Madrid messe insieme e il suo lungomare di Copacabana e Ipanema è chiuso al traffico la domenica per permettere a pattinatori e ciclisti di avere la strada tutta per loro.
E tra l'altro, queste due famosissime località hanno ben 55 Km di spiagge. Oltre alle spiagge però, il Brasile è famoso per il ballo della Samba, le cui scuole si trovano in gran numero nelle favelas e di cui esiste addirittura un campionato suddiviso in serie, proprio come avviene per il calcio
Non so a voi, ma a me viene ancora più voglia di partire, sdraiarmi su una spiaggia con una bella Caipiriña gelata e ammirare la città ai piedi del Cristo Redentore.
Qui, qui (o qui per la versione originale) e qui potete trovare un po' di musica brasiliana, brani che a me piacciono molto e che sicuramente vi faranno entrare in clima, regalandovi una bellissima atmosfera...
martedì 2 agosto 2016
Mangia Prega Ama
Oggi vorrei raccontarvi di un libro che mi ha profondamente cambiata, un po' per il momento in cui l'ho letto, un po' per le mete esotiche proposte, e che credo abbiamo amato in tanti.
"Mangia prega ama - Una donna cerca la felicità" di Elisabeth Gilbert, è la storia autobiografica dell'autrice che, in seguito al divorzio, decide di ricostruire se stessa. Per far ciò sceglie tre tappe e conseguentemente tre esperienze diverse, che la portano ad un percorso di crescita personale, non senza metterla a dura prova, fino a farle ritrovare (o forse trovare davvero, per la prima volta) la serenità.
Ho trovato il libro profondamente onesto e rispettoso. I tre Paesi scelti, l'Italia, l'India e Bali, sono descritti non da un turista che visita, ma da un viaggiatore che vive il luogo, anche nelle sue contraddizioni. Gli atteggiamenti a volte esasperati non sono nascosti, ma raccontati come parti integranti della cultura. Quello che rende particolare un luogo e lo diversifica da tutti gli altri è la cultura, i riti, le credenze, la storia. E in questo libro, tutto ciò viene raccontato, vissuto con intensità, fa venire voglia di fare le valigie. Non mancano momenti di grande sconforto e di gioia profonda, i rapporti di amicizia instaurati dall'autrice durante il suo viaggio contribuiscono a renderlo unico. Molte, molte volte ho preso una matita e ho sottolineato frasi, paragrafi e pagine intere.
Perciò, ecco, se cercate un libro che unisca una scrittura scorrevole, una storia intensa, un viaggio (anzi tre) in luoghi bellissimi, questo libro fa per voi.
Come già detto, questa non vuole essere una recensione ma uno spunto per una lettura bella (a mio parere) che, senza svelare troppo della trama e dei passaggi, stuzzichi la curiosità e faccia venir voglia di approfondire.
"Quando finalmente il passato ti ha resa libera, lascia andare. Poi torna giù e comincia il resto della tua vita. Con gioia."
Elisabeth Gilbert Mangia, prega, ama - Una donna cerca la felicità, Rizzoli, 2010
P.s. Sì, c'è anche il film e sì, mi è piaciuto tantissimissimo!!!
"Mangia prega ama - Una donna cerca la felicità" di Elisabeth Gilbert, è la storia autobiografica dell'autrice che, in seguito al divorzio, decide di ricostruire se stessa. Per far ciò sceglie tre tappe e conseguentemente tre esperienze diverse, che la portano ad un percorso di crescita personale, non senza metterla a dura prova, fino a farle ritrovare (o forse trovare davvero, per la prima volta) la serenità.
Ho trovato il libro profondamente onesto e rispettoso. I tre Paesi scelti, l'Italia, l'India e Bali, sono descritti non da un turista che visita, ma da un viaggiatore che vive il luogo, anche nelle sue contraddizioni. Gli atteggiamenti a volte esasperati non sono nascosti, ma raccontati come parti integranti della cultura. Quello che rende particolare un luogo e lo diversifica da tutti gli altri è la cultura, i riti, le credenze, la storia. E in questo libro, tutto ciò viene raccontato, vissuto con intensità, fa venire voglia di fare le valigie. Non mancano momenti di grande sconforto e di gioia profonda, i rapporti di amicizia instaurati dall'autrice durante il suo viaggio contribuiscono a renderlo unico. Molte, molte volte ho preso una matita e ho sottolineato frasi, paragrafi e pagine intere.
Perciò, ecco, se cercate un libro che unisca una scrittura scorrevole, una storia intensa, un viaggio (anzi tre) in luoghi bellissimi, questo libro fa per voi.
Come già detto, questa non vuole essere una recensione ma uno spunto per una lettura bella (a mio parere) che, senza svelare troppo della trama e dei passaggi, stuzzichi la curiosità e faccia venir voglia di approfondire.
"Quando finalmente il passato ti ha resa libera, lascia andare. Poi torna giù e comincia il resto della tua vita. Con gioia."
Elisabeth Gilbert Mangia, prega, ama - Una donna cerca la felicità, Rizzoli, 2010
P.s. Sì, c'è anche il film e sì, mi è piaciuto tantissimissimo!!!
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