Dunque, eravamo rimasti al trascorrere dei giorni tra Malindi e i bimbi della casa Mama Anakuja. Decidiamo un giorno di voler provare l'ebrezza del safari. Come sapete il Kenya è ricco di parchi, ma il più famoso e raggiungibile è lo Tsavo (che è diviso in est e ovest, è immenso). Prenotiamo con il nostro amico, che ha un'agenzia turistica, un safari di due giorni e una notte con pernottamento in un campo tendato (ma bello bello bello) e il mattino dopo, prestissimo col buio, partiamo per questa nuova avventura. Il nostro driver è bravissimo e ha un grande occhio, tanto che nel tragitto (impieghiamo comunque diverse ore per raggiungere il parco) ci indica segni di serpenti o code sospette. Ci fermiamo di tanto in tanto nei villaggi lungo la strada per dare ai bimbi penne, quaderni e caramelle e una volta di più mi stupisco della festa che ci fanno...terra rossa e sorrisi bianchissimi! La natura ci fa un bellissimo regalo già prima di entrare nel parco: due bei ghepardi sul ciglio della strada che si fanno fotografare un po' prima di andare via. Che meraviglia! Proseguiamo, ci fermiamo nello shop in prossimità del parco non per comprare, ma per usufruire del bagno, che la giornata è lunga, e fare la conoscenza del coccodrillo Monica, che ci punta con fierezza.
Perciò le rendiamo omaggio e con fretta paurosa entriamo nel parco. Che è una delle esperienze più belle che si possano fare. La consiglio e straconsiglio!!! Elefanti che attraversano la strada, giraffe, uccelli di tutti i generi, ippopotami (di cui uno albino), zebre (spesso girate a mostrarci il fondoschiena), gazzelle, kudu, scimmie e davvero tantissimi animali di cui ora non ricordo il nome. I momenti più belli sono senza dubbio stati due. Dormire a pochi metri dagli elefanti e relativo cucciolino, sentirli e vederli dal letto e stare seduti al tavolo dopo cena a vedere il loro comportamento anche di notte, e vedere spuntare i cuccioli di leone e le leonesse. Così, in mezzo all'erba giustamente, li abbiamo visti giocare e rincorrersi come due gattini di casa. A parlarne mi emoziono ancora.
Non sono mancati gli spunti comici ovviamente, se no non saremmo noi. Dopo lo spettacolo del giorno prima, che si era chiuso con lo scontro bufali - leoni, il secondo giorno era cominciato più mogio, così il nostro driver decide di fare un po' di fuoripista e ci porta vicino ad una pozza d'acqua per tentare di vedere i leoni più da vicino. Ad un certo punto, però, qualcosa nella macchina si rompe. Dobbiamo scendere un attimo per vedere il da farsi, e mentre ci guardiamo in giro per vedere che non arrivi qualche bel leone magari affamato, vediamo spuntare una giraffa, intenta a fare colazione, che si avvicina come a voler dare il suo contributo. Uno dei momenti più buffi della nostra avventura. Anche il secondo giorno ci regala belle emozioni e davvero vorremmo stare ancora lì, ma è ora di andare, anche perché non stiamo con i bimbi già da due giorni, e ci mancano.
Tornati a casa (ricordate, il campeggio nel bush senza acqua corrente e con elettricità saltellante?) scopriamo che non c'è per niente acqua, neanche una goccia. E noi siamo completamente ricoperti di terra rossa. Ammetto che in quel momento non ero proprio il ritratto della felicità, ma poi dopo qualche ora l'acqua è tornata e siamo ridiventati uomini. Dopo una bella cena, poi, l'umore decisamente è ai massimi livelli. I piatti più buoni del nostro viaggio in Africa li abbiamo mangiati proprio lì in campeggio, preparati da una ragazza giovanissima ma veramente brava.
Avevo programmato di raccontarvi il tutto in due parti ma poi mi sono resa conto che ci sono ancora tante cose da dire. E poi la canzone è finita.
Quindi, alla prossima puntata per sapere da dove hanno preso spunto per il cartone Disney "Il libro della Giungla", ricevere tanti sorrisi e alcune visite notturne, fare cambi di alloggio...
Se vi foste persi la prima parte, o aveste voglia di rileggerla, cliccate qui.
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Durante il safari abbiamo alloggiato qui.
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