Tra vent'anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite. (Mark Twain)

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mercoledì 7 settembre 2016

Di viaggi stravolti e piacevoli novità: Amsterdam

la piazza davanti al Rijksmuseum con la famosa scritta
Un bel viaggio è tale perché apre gli occhi su nuove realtà, regala visioni da punti di vista differenti, permette di provare esperienze nuove. Bello, anzi bellissimo. Fin quando l'esperienza nuova non è ricevere in dono un'intossicazione alimentare da film o dover cercare un volo nel cuore della notte e cambiare i piani per colpa di un attentato.

Ma andiamo con ordine. Per il mio ultimo compleanno, gli ormai trentanni più giuntina, avevamo programmato un giro nel nord Europa, comprendendo spostamenti in treno tra le tre città scelte. Due new entry e un grande conferma. L'itinerario prevedeva Amsterdam - Lille - Parigi. Da raggiungere la prima in aereo per poi compiere gli altri spostamenti in treno, compreso il ritorno in Italia, cosa che ci avrebbe concesso il privilegio sia di fare una nuova esperienza sia di vedere dal basso e vicino quello che altrimenti avremmo sorvolato dall'alto. Un po' giro da Gran Tour ottocentesco, anche perchè sarebbe stato all'insegna dell'arte.


i canali di sera...
Quello era il progetto. Poi è arrivato il 13 novembre 2015. Saremmo dovuti arrivare nella capitale francese il 15 dopo una sosta a Lille, ma spinti un po' dall'incognita di cosa avremmo trovato una volta là, un po' dall'ansia di essere lontani da casa, con notizie drammatiche che si aggiornano in continuazione, un po' anche dalla paura delle nostre famiglie a casa, abbiamo prenotato un volo per il mattino successivo (benedetto wifi nelle camere d'albergo!!!) e siamo tornati a casa. Fine del viaggio. Per noi è stata la prima volta che un viaggio è stato così stravolto, interrotto e rimasto galleggiante in un misto di bei ricordi (Amsterdam ci è comunque piaciuta) e assoluto dramma. Ma a volte capita anche che i bei viaggi subiscano questa sorte, senza contare la nostra immensa fortuna che, con tante varianti, poteva farci capitare a Parigi un paio di giorni prima, come da progetto originale. Ma di questo non voglio parlare.
Dunque veniamo al sodo.
...e di giorno
Amsterdam è romantica, bizzarra ma un po' buia. Sì ok che era novembre, ma avrei gradito un po' di luci in più. Anche se questo contribuisce senza dubbio a regalarle ancora più fascino. E, a differenza di quello che avevamo sentito da tutti coloro che c'erano stati, non è fredda.
O almeno, noi abbiamo trovato giornate soleggiate e abbiamo indossato l'armamentario sciarpa-guanti-cappello solo un giorno. Abbiamo cominciato con un bel giro di perlustrazione di piazza Dam, su cui si affaccia il palazzo Reale, e delle vie che da essa partono piene di negozi e praticamente pedonali, cosa che ho molto apprezzato. Per la prima mezza giornata abbiamo gironzolato per prendere confidenza con distanze e monumenti. I canali e le case che su di essi sorgono sono molto pittoresche.
Colorate, strette e storte, dotate di montacarichi esterni per portare le cose ingombrati ai piani alti, hanno tetti differenti a seconda del periodo in cui furono fatte. Sono davvero bellissime! E la sera, con le luci che si riflettono sui canali, rendono la città molto suggestiva. Siamo arrivati ad Amsterdam il giorno del mio compleanno, perciò per la cena di questo giorno speciale avevo scelto un posto speciale. Per me. Ovvero un posto dove da una patata (gigante!) creano un capolavoro. Il posto si chiama Jacketz e ci sono due ristoranti in città. Pazzesco, sembra strano a dirlo, ma siamo usciti più che sazi e molto soddisfatti. La sostanza è che la base, una patata, si può condire a piacere ottenendo un super piatto. Io ho aggiunto salmone, formaggio e erbe aromatiche, il Maritino carne e qualche salsa. Un gran festeggiamento, niente da dire. E qui trovate il link, che a vedere le foto mi vien di nuovo fame.
Beghinaggio
Per il secondo giorno avevamo in programma il pezzo forte della vacanza: il Museo Van Gogh. Van Gogh, insieme a Renoir, è l'artista che in assoluto amo di più, nel mondo e dall'inizio dei tempi. Se aggiungiamo l'esposizione temporanea e il parallelo con Munch (Urlo compreso), potete immaginare che cosa sia stata la mattinata (abbondante) che abbiamo trascorso. Museo concepito benissimo, fruibile, molto godibile, e Van Gogh è figo. Punto. Qui il link del museo (è possibile cambiare la lingua).
Pomeriggio giro nella vecchia Amsterdam, abbiamo visitato la chiesa più antica in assoluto, poi il Beghinaggio, a cui si accede da una piccola porta ed è veramente carino (sarebbe il cortile dove stavano le beghine che si occupavano dei bisognosi, qui qualche piccola informazione), Houseboat Museum, per vedere com'è vivere in una casa galleggiante (il museo in sè è carino, ma mi sa che in una casa galleggiante non ci vivrei.). Cena in Leidsplein, che è bella ma l'abbiamo vista davvero in velocità.
Il mattino del terzo giorno lo dedichiamo alla Casa di anna Frank. Cosa si può dire di questo posto che ancora non sia stato detto e che non sia banale? Da vedere, assolutamente, con calma, e con consapevolezza. Un posto dove dramma e speranza si sentono uniti in un abbraccio, dove c'è malinconia e consapevolezza, dove la storia di una famiglia, e di una giovane ragazza, diventano La Storia. Per di più atroce. Date un'occhiata qui.
il Voldenpark
Usciti poco prima di pranzo (siamo andati alle 8 e c'era già coda) ho voluto provare uno dei piatti tipici, il panino con aringa cruda. Buonissimo è dir poco. Una scioglievolezza...
Il pomeriggio lo passiamo a gironzolare per il Voldenpark (parco enorme e molto ben tenuto, un vero e proprio polmone verde. Qui si va al sito ufficiale in olandese, qui ci sono meno notizie ma si può scegliere la lingua) e per le vie vicine, facciamo un po' di shopping, poi mercato galleggiante dei fiori, il Bloemenmarkt. Carino, davvero molto caratteristico, abbiamo comprato dei bulbi di tulipano che abbiamo piantato con successo. Da vedere con una bella passeggiata in relax. Attenzione agli orari perché chiude presto!
Rembrantplein
Cena in Rembrantplein, in un pub proprio di fronte alla statua (o meglio insieme di statue) che rappresenta la celebre opera "Ronda di notte". La piazza è viva, piena di locali e l'atmosfera è bellissima. Torniamo in hotel e cominciamo a pensare al giorno dopo, che avrebbe previsto crociera sui canali, Heineken Experience (link qui)e poi treno in direzione Lille. Ma abbiamo acceso la televisione e i programmi sono cambiati.

Di Amsterdam abbiamo portato a casa i canali con le case colorate, Van Gogh e Anna Frank, e tutta l'atmosfera nordica (così "in alto" non eravamo mai stati!) che ci è piaciuta davvero molto. Da girare in assoluta tranquillità e calma, perdendosi sui vari ponti che uniscono i canali. E non dimenticate le patate!

il mercato galleggiante di fiori
Qualche informazione pratica. Dall'aeroporto si arriva in poco tempo in città con il treno. Abbiamo alloggiato non proprio nella parte antica (che gli hotel che avevamo visto non ci convincevano) ma a due fermate di tram, con fermata di fronte alla struttura. Il tram va ovunque e con la OV Card (da obliterare in salita e anche in discesa) viaggi illimitatamente. Noi prendevamo i giornalieri perchè calcolando gli sconti con la IAmsterdam Card e il tempo che avevamo, non ci conveniva. Qui trovate molte informazioni.

P.s. sì, siamo passati anche per il Red Light District, ma in velocità e perchè sorge nella parte più antica della città, ironia della sorte, vicino alla chiesa più antica, vicino alla quale sorge una statua che immortala una celebre prostituta. Ma Amsterdam è proprio questo, contraddizione e unione di poesia, arte, romanticismo e commercio di vario genere.

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