Tra vent'anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite. (Mark Twain)

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martedì 13 settembre 2016

La volta buona?

Mi stavo pregustando l'ebbrezza di ritornare bambina per un giorno a Disneyland...sì lo so che ci sono già andata molte volte, lo so che qualcuno lo reputerà un luogo da bambini privo di qualunque interesse per chi abbia superato con successo i dieci anni, ma per me regredire per un giorno è importante, è come se mi si cancellassero i pensieri, poi così riparto spedita. Un po' come quando il pc si impalla e si spegne senza tanti mezzi termini...poi riparte meglio di prima. (Non inorridite, o voi che capite qualcosa di pc!)

Perciò a fine mese ci concederemo due giorni di regressione e ormai sapete quanto questo mi piaccia. In realtà comunque anche il Maritino non disdegna. Quel che non sapete è il motivo che ha portato a questo break settembrino nel regno Disney, momento del tutto inusuale e inaspettato.
Come ho scritto qui, a novembre dello scorso anno avremmo dovuto fare un giro in qualche città del Nord Europa, viaggio che è stato poi interrotto ad Amsterdam.

Ma c'è un retroscena. Quando, la sera del 13 novembre, dal nostro bell'albergo nella capitale olandese, abbiamo deciso di ritornare in Italia, ho contattato subito la struttura che ci avrebbe dovuti ospitare a Parigi per comunicare loro che non saremmo riusciti a raggiungerli. La notizia che circolava in quei momenti riguardava anche la chiusura delle frontiere e noi, viaggiando in treno, avremmo dovuto attraversarne diverse. Perciò dopo un po' di tira e molla, considerando che era la prima volta che anche loro fronteggiavano una situazione del genere, dopo una prima chiusura mi hanno contattato per darci la possibilità di usufruire del soggiorno nei mesi di gennaio/febbraio. Non ci abbiamo pensato molto ovviamente, abbiamo prenotato un volo e ci siamo messi ad organizzare il tutto. Sì perché ci piace cogliere le occasioni e così abbiamo pensato di completare il giro iniziato a novembre. Questa volta in aereo però, tranne gli spostamenti per e da Lille.  La possibilità di stare con persone che si vedono poco, e che hanno una bimba che è uno splendore, specie se si è imparentati, non si può non considerare. In più avremmo avuto la possibilità di visitare una nuova e bellissima città...insomma, a fine gennaio siamo partiti. Zainone in spalla - che ormai la valigia per noi è quasi un ricordo - arriviamo a Parigi diverse ore prima della partenza del treno per Lille.

La comodità dell'aeroporto Charles de Gaulle è che non è necessario uscire per prendere un mezzo di trasporto che ti porti in città, o fuori città, o comunque via di lì. Saliamo in stazione, ci avviciniamo ai binari, compriamo un panino (e poi una cioccolata calda perché faceva freddino) e attendiamo pazienti, tra una partita a carte e l'osservazione delle nuove misure di sicurezza, con cani che annusano e mitra che circolano. Quando si avvicina l'orario, però, notiamo una scritta sullo schermo...treno in ritardo imprecisato causa guasto sulla linea. Ok, niente panico. Andiamo a chiedere e una gentilissima responsabile, che peraltro nulla sapeva della risoluzione del guasto, ci regala i biglietti per andare in metro fino al centro di Parigi. Lì, dopo aver convertito il biglietto già in nostro possesso, avremmo atteso fino al primo treno possibile per Lille. Che però, piccolo ma assolutamente non insignificante particolare, non si era certi che sarebbe partito prima di qualche ora. L'incertezza regnava sovrana. Andiamo perciò alla biglietteria per chiedere informazioni e l'eventuale cambio del biglietto ma ci viene risposto che l'idea è assolutamente pessima. Il treno per Lille da Parigi centro è una gigantesca incognita e l'idea di lasciare l'aeroporto la più orribile mai concepita. Almeno questo ci è parso di capire dalla faccia della signorina che ha preso in carico la nostra sfortunata vicenda e con una faccia che non lasciava dubbi ci ha detto un deciso "NO!". Ok, niente panico. Di nuovo. Dopo breve consulto, restituiamo i biglietti regalati per Parigi e decidiamo di aspettare. Scelta saggia, perché di lì a qualche minuto possiamo salire sul treno e partire dopo una mezz'ora. Piccola parentesi. Nonostante il ritardo, che poi i guasti possono succedere, i treni in Francia sono puntuali, puliti, comodi e silenziosi. Fine della parentesi.

Arriviamo a Lille al tramonto. I nostri ospiti ci aspettano alla stazione e ci scarrozzano in giro per la città. Che è davvero bella, molte zone sono pedonali e quindi ci si può fermare a guardare i palazzi, le strade e le varie istallazioni artistiche. Ci viene spiegata la storia della città, compreso il fatto curioso della "lotta dei campanili" per cui le istituzioni statali, come il municipio ad esempio, hanno un loro campanile, che di solito è appannaggio delle chiese, per sottolineare la laicità della città.
Prendiamo il tram, andiamo a casa dei nostri ospiti (che hanno una bimba che è un amore l'ho già detto vero?), mangiamo e crolliamo addormentati. La mattina sveglia abbastanza di buon ora, colazione e passeggiata in un  parco eccezionale di Roubaix. Pranziamo e poi al pomeriggio giro esplorativo nei dintorni di Lille. La città è nata con una forte vocazione industriale, e ne sono esempi i palazzi di mattoni, ma poi, quando altre città hanno cominciato a farle concorrenza non ha resistito ed è quindi rimasta indietro. Bello il palazzo della "Piscine", che è un museo di arte industriale.
La cena la facciamo in un posto che è il Paradiso dei golosi di formaggio, proprio nel centro città. Ancora un piccolo giretto nella Vecchia Lille, poi Grand Place, con la statua del generale de Gaulle, vediamo il Palazzo della Vecchia Borsa, la Cittadella e si torna a casa. Il mattino ci coglie impreparati a salutare i nostri ospiti, ma con la promessa di tornare - a Lille c'è davvero molto da vedere, guardate qui - partiamo in treno alla volta di Parigi.

Il viaggio questa volta fila liscio.
Arriviamo a Parigi, lasciamo gli zaini in hotel e ci dirigiamo nel nostro luogo del cuore: Montmartre. Giriamo un po', compriamo qualche biscotto in un negozio che da sempre ci attira, ascoltiamo un bravissimo suonatore d'arpa e scendiamo dalla "butte". Assolutamente uno dei miei luoghi preferiti. Andiamo poi a vedere il "Muro dei Je t'aime",
 un muro appunto in cui è scritto "ti amo" in moltissime lingue (in italiano in realtà c'è scritto ti voglio bene), poi alle 18.00 puntuali al Trocadero per vedere lo spettacolo della Tour Eiffel che si accende e sbrilluccica. Poesia. Andiamo in hotel, doccia e ci prepariamo ad andare in un  ristorante di cui avevo ben letto. Effettivamente il posto, una volta che si riesce a trovarlo, è molto bello. Ma molto molto caro. Non volendo spendere così tanto, anche perché non avevamo poi così fame, giriamo le spalle al ristorante e davanti a noi compare una piccola boulangerie, che ci attira con le sue leccornie. Vi dico solo che è stato l'inizio della fine. No, anzi, vi dico anche che, dopo aver comprato delle simpatiche baguette con roba marcia dentro siamo stati malissimo tutta la notte e tutto il giorno dopo. Chi di voi abbia visto il film l'Esorcista può avere una vaga, e assolutamente al ribasso, idea di come siamo stati. Mai nella mia vita mi era successo. E dire che in Africa abbiamo mangiato in alcuni posti...ma il cibo era ottimo!!!

Siamo usciti dalla camera del nostro hotel dopo due giorni solo per due ore per vedere un acquario, questo, abbiamo fatto tappa in Place de la Republique e siamo tornati indietro, stremati. Attendendo il passare della notte nella speranza di non star male nel viaggio di ritorno. Al mattino abbiamo ripreso gli zaini, abbiamo salutato di nuovo la Tour Eiffel e siamo tornati a casa. Avevamo un programma fitto.
Ovviamente saremmo dovuti andare a Disneyland, avevamo i biglietti già da ottobre. Ovviamente non siamo riusciti ad andare. Di nuovo. Ed ecco perché tra un paio di settimane ripartiamo. Perché i biglietti scadono a fine ottobre e non vogliamo perderli. Perché ehi, era il mio giorno speciale e lo voglio vivere. Quindi ci riproviamo. Ma questa volta ci riusciamo, eh!






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