Tra vent'anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite. (Mark Twain)

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venerdì 16 novembre 2012

Partire, tornare, ripartire...


Oggi, navigando in rete, mi sono imbattuta in questa frase: “Il viaggio perfetto è circolare. La gioia della partenza, la gioia del ritorno” di Dino Basili. Ho cominciato a pensare che, essendo appena tornata (a proposito se siete già stati a Parigi e ve la ricordate splendida … la state sottovalutando, è ancora più splendida!) dovrei essere pervasa da questa doppia gioia, ma di primo impatto, invece, non mi sembra proprio. E anche le altre volte che sono tornata non mi è balzata in testa la gioia come prima emozione.
Partire per un viaggio porta in sé quel misto di emozione – aspettativa – sollievo - ansia che tutto vada come ci aspettiamo – spensieratezza, con cui il ritorno non può competere. Preparare le valigie, trascinarle stracariche (beato chi ha inventato il trolley!), o invece portarsi solo lo stretto indispensabile, aspettare l’aereo o il treno, o partire in macchina per raggiungere la meta, sapere cosa aspettarsi ma non del tutto, lasciare la porta aperta alle sorprese e poi … finalmente l’aereo atterra, il treno arriva in stazione, la macchina si ferma in un parcheggio e si comincia l’avventura. “Che cosa guardiamo per prima?” “Ci buttiamo subito in acqua?” “Disfiamo dopo le valigie, ora di corsa per strada a guardare cosa c’è”… questa sì che è gioia! Tuffarsi in un’acqua nuova, vedere nuovi volti, nuovi occhi, avere noi stessi nuovi volti e nuovi occhi e vivere almeno per un po’ in un’altra realtà, assaporare la sua atmosfera, cercare di conoscerla, di capirla. I giorni poi trascorrono, si rifanno le valigie, si riprende l’aereo, il treno o la macchina e via, si torna a casa … con la malinconia di aver lasciato da qualche parte del mondo i nostri occhi spensierati, le nostre mani allacciate a piccoli batuffoli speranzosi, la nostra leggerezza di viaggiatori … però, sì c’è anche un però, con la consapevolezza che bisogna essere a casa per ripartire, per preparare un altro viaggio, per sentire di nuovo la gioia della partenza.

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