Tra vent'anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite. (Mark Twain)

I suggerimenti del mese

Benvenuto Dicembre!

giovedì 8 novembre 2012

Mal d'Africa? Sì, grazie!!!



Si viaggia per tanti motivi: per lavoro, per fuggire e staccare la spina, per avere il tempo di ascoltare il silenzio, perchè si vuole fare una pazzia e raggiungere la persona amata, per conoscere gente, vivere esperienze...e c'è chi viaggia con lo scopo iniziale di andare a "dare una mano", sì insomma, andare a portare il proprio aiuto in paesi più o meno lontani. Ma, se sono convinta che i viaggi, anche se non rispondono pienamente al modello immaginato, non siano mai un fallimento, perchè arricchiscono sempre in qualche misura chi li fa, quest'ultimo tipo, invece, reca in sè una differenza abissale...fallisce miseramente. Perchè in corso d'opera si trasforma, le parti si invertono, chi parte per aiutare diventa, invece, aiutato. Può succedere ovunque, non è detto che si debba andare lontanissimo... a me è successo in Africa, e mi succede puntuale ogni volta che ci ritorno.
La prima volta è stato in Burundi, nel 2009...
Partiti alla volta della Missione francescana di Kayongozi, nella nostra mente si era creata tutta una serie di immagini legate all'Africa fatta di povertà, malattie, miseria, violenza. Arrivati là ci siamo accorti che non mancava nulla assolutamente di quello che avevamo pensato, ma c'erano delle carenze, e molte! I sorrisi, illuminati, sinceri, la condivisione di tutto, anche dei momenti più intimi, le manine di bimbi che, anche se non ti conoscono, cercano le tue, e a te si affidano...questo non lo avevamo proprio preventivato. Questo è il viaggio che fallisce un aspetto e ne centra moltissimi altri. Quando arrivi in certi contesti di miseria e ti senti a tuo agio, non certo perchè sguazzi nella spazzatura a casa, ma perchè senti che quello che stai vivendo proprio lì si incastra alla perfezione a ciò che ti manca, non puoi ignorare l'affacciarsi di tante domande e di enormi pensieri. Quindi un po' di tempo per ambientarsi e poi via, al lavoro. Far giocare i bimbi, dar loro il pasto serale, aiutare negli interventi sanitari, portare cibo a chi, fuori dalla missione, non aveva neanche mai visto uomini bianchi. Affacciarsi su culture diverse, accettare l'invito a visitare una capanna, mostrata con immenso orgoglio dal suo padrone, dare la possibilità ai bimbi di disegnare per la prima volta nella loro vita e vedere, il giorno dopo, decine di disegni fatti per terra, con quello che si trova...la scoperta di qualcosa di bello per loro, di emozionante per noi. Essere investiti da mille odori, sapori, colori, suoni, assistere ad una festa data solo in onore di noi "bianchi" (solo fuori, dentro, ormai, più neri della notte), soffrire perchè si vorrebbe rimanere lì, per sempre, senza niente ma con tutto. E al ritorno, essere investiti da domande, tra cui una, la solita "allora, il mal d'Africa esiste davvero?"... sì esiste, è devastante e incurabile, e io ce l'ho.

Se volete, fate un giro qui
http://missionifratiminoriliguri.webnode.it/missioni-nel-mondo/

Nessun commento:

Posta un commento