
Si tira fuori una mappa, si fanno due gesti, anche qualche verso onomatopeico se è il caso, e a un certo punto spunta fuori la via giusta! Non sono solo i monumenti o le belle piazze le cose da vedere in un viaggio, sono anche le persone che si incontrano, che si conoscono lì, che lo possono rendere unico. Certo, sempre con attenzione e prudenza e resistendo alla tentazione di fidarvi di chiunque, solo per stanchezza.
Questo accade quando si cercano soluzioni pratiche. Quando, al contrario, si ha la fortuna di poter scambiare quattro chiacchiere con persone che non solo non parlano la tua lingua, ma neanche qualche accenno delle lingue straniere più diffuse, inglese e francese per esempio, ecco allora si verifica il più straordinario dei miracoli linguistici: ci si capisce perfettamente. Perchè ci si affida a qualcosa che va oltre le parole, a qualcosa fatto di sguardi, sorrisi, di sfumature che si sentono "con la pancia" non con le orecchie. Così, si può trascorrere un pomeriggio parlando in kirundi, per esempio, con il risultato di vedersi abbracciare e sorridere senza essersi procurati quell'affetto con le parole, ma solo con la volontà di volere andare incontro all'altro, espressa con gli occhi. O può succedere di fare lunghe conversazioni in swahili, con persone consapevoli come te di un'incomprensione linguistica di fondo, ma che ti lasciano talmente gioia, che tutto il resto passa in secondo piano.
Chi viaggia ha una grande, grandissima fortuna, che è quella di poter mettersi in gioco e, siccome l'Italia è splendida, ma il mondo è grande, potrà capitare di scontrarsi con barriere più o meno difficili da abbattere, ma questo rende solo il gioco più divertente. Andiamo, improvvisiamo, facciamo gaffe e molte anche, ma gustiamoci tutto quello che c'è, senza paura!
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