Tra vent'anni non sarete delusi delle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite. (Mark Twain)

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Benvenuto Dicembre!

venerdì 9 novembre 2012

Bla, bla, bla...

Moltissime volte, raccontando di viaggi fatti all'estero o semplicemente fantasticando ad occhi aperti e a voce alta su una qualche meta esotica, mi sono sentita ripetere: "Bellissimo, anche a me piacerebbe andarci, ma la lingua è un problema!". Con più di un dubbio, alcune volte sorrido, soprattutto se non conosco bene la persona che ho di fronte (non posso certo dar battaglia agli sconosciuti!), altre volte, invece, mi oppongo decisamente a questa affermazione. Perchè, è vero, più sai meglio è (parlo sempre di questioni linguistiche, per altro il mio pensiero è esattamente opposto), ma non è affatto detto che se non sai devi rimanere sulla poltrona a sfogliare riviste che parlino di viaggi compiuti da altri, anzichè consultare guide mentri prepari il tuo. Cercare di farsi capire può essere molto complicato, soprattutto se il paese che ti ospita ha addirittura altri idiomi, ma questo se ci soffermiamo a quella che si definisce comunicazione verbale. Se andassimo oltre, scopriremmo una miriade di persone pronte ad interpretare i nostri gesti, magari con qualche sorriso, magari anche con qualche fraintendimento, ma disponibili a risolvere piccoli e grandi dubbi. Quando magari si esce dall'aeroporto e si va in cerca di un qualche cartello che indichi la via da prendere, "bene l'ho trovato! Dice...o mamma è in cecoslovacco...senza traduzione in inglese..." ecco forse a quel punto sopraggiunge un leggero sconforto (provato in primissima persona, ma questo lo racconterò in un altro post), ma basta andare in cerca di qualcuno e il gioco è fatto.
Si tira fuori una mappa, si fanno due gesti, anche qualche verso onomatopeico se è il caso, e a un certo punto spunta fuori la via giusta! Non sono solo i monumenti o le belle piazze le cose da vedere in un viaggio, sono anche le persone che si incontrano, che si conoscono lì, che lo possono rendere unico. Certo, sempre con attenzione e prudenza e resistendo alla tentazione di fidarvi di chiunque, solo per stanchezza.
Questo accade quando si cercano soluzioni pratiche. Quando, al contrario, si ha la fortuna di poter scambiare quattro chiacchiere con persone che non solo non parlano la tua lingua, ma neanche qualche accenno delle lingue straniere più diffuse, inglese e francese per esempio, ecco allora si verifica il più straordinario dei miracoli linguistici: ci si capisce perfettamente. Perchè ci si affida a qualcosa che va oltre le parole, a qualcosa fatto di sguardi, sorrisi, di sfumature che si sentono "con la pancia" non con le orecchie. Così, si può trascorrere un pomeriggio parlando in kirundi, per esempio, con il risultato di vedersi abbracciare e sorridere senza essersi procurati quell'affetto con le parole, ma solo con la volontà di volere andare incontro all'altro, espressa con gli occhi. O può succedere di fare lunghe conversazioni in swahili, con persone consapevoli come te di un'incomprensione linguistica di fondo, ma che ti lasciano talmente gioia, che tutto il resto passa in secondo piano.
Chi viaggia ha una grande, grandissima fortuna, che è quella di poter mettersi in gioco e, siccome l'Italia è splendida, ma il mondo è grande, potrà capitare di scontrarsi con barriere più o meno difficili da abbattere, ma questo rende solo il gioco più divertente. Andiamo, improvvisiamo, facciamo gaffe e molte anche, ma gustiamoci tutto quello che c'è, senza paura!

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